Lo stato tragico delle ferrovie abruzzesi secondo la Filt Cgil

Analisi impietosa della Filt Cgil, sulla situazione del trasporto ferroviario in Abruzzo e Molise che sottolinea come l’Italia sia all’ultimo posto fra i dieci più importanti Stati europei per livello delle infrastrutture ed evidenzia in particolare che: “La dimensione dell’arretratezza della rete ferroviaria e più in generale del trasporto su rotaia in Abruzzo e in Molise, ha raggiunto un livello davvero insopportabile in grado persino di mettere in discussione quel diritto alla mobilità dei cittadini sancito dalla nostra Costituzione”.

Il commento di Filt Cgil, che si basa sul report di Legambiente “Pendolaria 2018”, mette in risalto poi due considerazione sul trasporto su rotaia: la prima è che nel Italia c’è molto bisogno di trasporto su ferro e laddove si realizzano investimenti, i pendolari rispondono in maniera significativa, viceversa laddove questi investimenti latitano o tardano ad arrivare, i pendolari si allontanano con molta più celerità di quanto si possano eventualmente avvicinare ed intercettare; la seconda è che all’aumento del volume del trasporto ferroviario nazionale (+7,9% in appena 4 anni), fa riscontro un dato in assoluta controtendenza di diminuzione dei passeggeri che contraddistingue le regioni del mezzogiorno, tra le quali, manco a dirlo primeggiano Abruzzo e Molise.

L’Abruzzo in particolare, perde il 39,9% del traffico viaggiatori, che è passato dai 23.530 giornalieri del 2011 ai 14.140 del 2017, collocandosi addirittura al primo posto tra le regioni che hanno perso in assoluto utenza e viaggiatori, mentre per quanto riguarda il taglio dei fondi ai servizi il dato è del -9,6%. In compenso nella nostra Regione si conta un aumento medio delle tariffe del 25.4%. Infine la regione Abruzzo è messa male anche per quanto riguarda l’anzianità media delle vetture, 17 anni.

“A fronte di questo scenario davvero inquietante – scrive la Filt Cgil – e che potrebbe addirittura peggiorare per queste due regioni qualora si concretizzasse quel provvedimento di autonomia differenziata per il quale si sta avviando il relativo iter parlamentare, è del tutto evidente che i due governatori Marco Marsilio e Donato Toma, accomunati dallo stesso pesante deficit di competitività infrastrutturale rispetto al resto del paese, debbano mettere insieme le loro comuni e sacrosante ragioni per rivendicare quei principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione in base ai quali i cittadini di questo Paese dovrebbero potere disporre in egual misura di alcuni diritti fondamentali e tutto ciò a prescindere da dove gli stessi cittadini nascano o siano residenti”.

S.M.

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