Locali demoliti e rinvio “d’ufficio”. Sfratto con sorpresa all’Incoronata

La storia è un po’ come quella del marito arrabbiato, quello che insomma preferisce evirarsi per fare un dispetto alla moglie. Solo che a subire violenza, in questo caso, è un bene pubblico che al pubblico sarebbe dovuto tornare già sei anni fa.
Nei locali dell’Incoronata, per quasi trenta anni occupati (gli ultimi sei abusivamente) dal ristorante Da Pasquale, “sembra essere scoppiata una bomba” per usare le parole di chi questa mattina c’è stato: porte divelte, infissi smontati, impianti sradicati, muri e tettoie abbattute e parcheggiate nel piazzale. Più rifiuto che riuso, insomma: un danno notevole che renderà l’immobile, quando prima o poi sarà restituito alla collettività, inservibile e inutilizzabile. Ci vorranno altri soldi pubblici, in pratica, per renderlo agibile e appetibile a chi, questa volta, sarà disposto a pagare un canone di affitto o anche solo per finalità di pubblico interesse.
Eppure quella di stamattina per la collettività doveva essere una festa: la presa di possesso di uno spazio che già tre anni fa una sentenza del tribunale di Sulmona stabiliva dover tornare nelle mani del Comune e che intimava al “locatario” di pagare 70mila euro di arretrati, diventati nel frattempo circa 170mila euro.
I soldi, però, in tutti questi anni non si sono visti, neanche un centesimo e, ora, anche quella parte di migliorie apportate al locale, che potevano andare a sanare in parte quel debito, sono state distrutte.
Una demolizione ancora in corso, tanto da costringere il Comune, che questa mattina si è presentato con l’ufficiale giudiziario per il secondo (e presunto ultimo) accesso, a rimandare la presa di possesso di altri trenta giorni.
Una mattinata difficile, nella quale non sono mancati momenti di tensione, prima con noi del Germe e con l’assessore al Patrimonio Alessandro Bencivenga (guarda video -Sfratto all’Incoronata- nella sezione “de visu”) e poi con il funzionario Fabrizio Petrilli e l’avvocato del Comune Marina Fracassi, con scene di pianto e presunti malori dei “locatari” consumati davanti agli occhi dell’ufficiale giudiziario e della polizia.
“Togliete lavoro a nove famiglie” hanno detto i gestori del ristorante. Un business che rendeva, insomma, ma non abbastanza da pagare l’affitto al Comune.
I soldi, però, il Comune questa volta ha tutta l’intenzione di riprenderseli, anche perché il fiato sul collo della Corte dei Conti sta diventando pesante. E’ probabile, allora, che il recupero dei 170mila euro di crediti vantati nei confronti della società sarà affidato ad un’agenzia specializzata.

In attesa di disegnare un nuovo futuro e una nuova destinazione per il bene pubblico.

23 Commenti su "Locali demoliti e rinvio “d’ufficio”. Sfratto con sorpresa all’Incoronata"

  1. cmq vi devo dire che siete pesanti, capisco che è uno spazio del comune però preferirei che questa passione giornalistica sia rivolta contro le crecche locali che sguazzano da decenni. per queste persone io troverei una soluzione magari dando un termine congruo per pagare una somma transattiva, non mi pare giusto mandare per strada persone che, in fondo, lavorano. il video non mi è piaciuto.

    • il termine congruo dura da sei anni, sei anni di prese in giro con transazioni mai onorate. lo vada a dire chi paga l’affitto di 2/3000 euro al mese per il proprio locale. si chiama concorrenza sleale. poi il fatto che abbiano demolito il locale la dice lunga su quanto meritino queste persone. il comune vada avanti e si riprenda i soldi che questi im-prenditori devono alla comunità

  2. Pero`quando a qualcuno e servito ,o sotto votazione tutti chiusi la dentro stavano!!quelli che tu dici del comune .e comq. E sempre gente che lavora . Credimi i delinquenti a sto paese si stanno a fare i soldi e nessuno fa niente. Fra un poco il comune gli da anche i soldi vedrai .

  3. “Eppure quella di stamattina per la collettività doveva essere una festa”. Onestamente una festa proprio no. Questo è l’emblema di come si è voluto governare per anni il territorio, “aiuti personali” fatti senza avere la visione di un futuro per la città, ai quali si è poi aggiunto il menefreghismo di chi è passato nel tempo e di chi, forse, oggi ancora muove qualche filo.
    Il risultato è che adesso tutto lascia un senso di amarezza, persino questo articolo che forse si lascia andare un po’ troppo alla spettacolarizzazione.
    Sarà che ultimamente si guarda molto ai numeri e poco ai contenuti.

    • Quando una comunità riprende possesso di un bene e stabilisce un principio di legalità, secondo noi “è una festa”. Il principio è proprio quello di giustizia e pari diritti per i cittadini, senza, appunto, favoritismi e “aiuti personali”. Di amarezza ce n’è molta, sono d’accordo. Sulla spettacolarizzazione proprio no. Siamo una testata che selezione le notizie, le letture e i numeri ci fanno piacere, ma è la qualità del giornalismo quello che ci interessa

      • Sul principio siamo d’accordo. Sulla qualità del servizio mi dispiace no. Sebbene la stima per la testata resti immutata penso ancora che questo servizio strizzi l’occhio più allo show che al giornalismo. Puntare il dito solo su un soggetto, seppur colpevole, e tralasciare altri attori ed un meccanismo che non è stato unico nella nostra città questo si che lascia amareggiati. Proprio perché capaci mi aspetterei da voi maggior incisività. Sempre che non si voglia far passare il messaggio che sia tutto frutto della scaltrezza di una sola persona o famiglia.
        P.s.: anche sulla selezione delle notizie ultimamente mi permetto di dissentire (ma senza polemizzare, il mio è solo il parere di un vostro lettore).

        • se cerca in archivio vedrà che non è solo dell’Incoronata che abbiamo parlato, il rispetto del patrimonio pubblico è stato sempre un nostro pallino.

          • Credo (anzi è scritto chiaramente) che il sig. Mah, più che della presenza di articoli simili, intendesse l’assenza di indicazioni sulla “connivenza perpetrata” da più parti sulla vicenda e che tuttora sussistono vive e vegete e senza sbocco(una per tutti la vicenda “incancrenita” lungo viale Giacomo Matteotti…)

        • Dieci minuti di applausi con standing ovation finale.

  4. Per un ristorante ormai storico si doveva trovare un punto di incontro, così si è solo perso su tutti i fronti e il locale verrà mantenuto e sfruttato come le altre proprietà del comune

  5. e poi tutti a gridare honestà honestà… cercasi paese civile e cittadini coerenti

  6. di questo articolo è la spettacolarizzazione che mi ha dato fastidio; il video fatto in quel modo sinceramente non mi ha fatto una buona impressione. e se questi sono i risvolti del giornalismo di oggi, seppur di qualità, dove la notizia è più importante delle persone, allora vorrà dire che avrete un lettore in meno.

  7. Bravissimo e il video chr lascia intendere che e accanimento!! E se era un incivile volevo vedere se girava il video ….io vorrei vedere un video a chi dico io e che sapete anche voi .e sopratutti se avete le pa….. di girarlo visto che dite che fate le cose uguali .riguardo le strutture comunali quante ce ne sono inutilizzate ???trovare un punto di accordo no!! La legge si rispetta ma ricorda che va anche rispettata la dignita e sopratutto il lavoro dei dipendenti .ti tiro in ballo una cosa .mi sai dire perche la campari e andata via ??? E pure nn e fallita .bene poniti la domanda e vedi anche se i nostri 1 cittadini sono onesti .(il mio e solo il mio modo di pensare)e vi chiedo scusa se quacuno si dovesse sentire offeso

  8. A si e l’acqua in concessione di chi era ? Mi dispiace devi informarti mejo.e normale meglio guadagnare che rinnovare a zero .o e meglio fare una proposta e mantenere tutti quei posti di lavoro .il tuo modo di pensare nn e costruttivo ma distruttivo

  9. La campari e stata qua solo perche nn aveva spese di acqua. E riusciva a compensare i trasporti .ma poi qualcuno nn a vuluto pattuire nulla xche come dici tu pagare moneta vedere cammello

    • Chi lo dice che non pagava la concessione per l’acqua? Qui di certo è che al Comune mancano ben 170000 euro. Soldi pubblici, soldi nostri. Il resto sono chiacchiere da birra peroni.

  10. Era un incentivo a rimanere in abruzzo e a loro avrebbe fatto comodo e forse anche a tutte quelle famiglie che lavoravano li dentro .ma sai che c’e` fattela na peroni offro io sera forse soldi miei e di tutti quelli che pagano tasse .ma nn certo tuoi

  11. Siete tre ragazzini con laurea si .e anche con ideali giusti ma pagare tasse tu quando cominci ne riparliamo mha

  12. peroni e peroncini, qua l’unica cosa che vedo è che un’altra struttura chiude, sarà pure che non pagava l’affitto ma di fritture di pesce ne ha fatte… e mi sembra si stia facendo di una faccenda privata (seppur con un contenzioso pubblico) una storia da pomeriggio 5. cmq è giusto che la collettività si riapprori di uno spazio pubblico. Consiglio di fare un video ed un report anche sulla zozzeria che si trova lungo la via delle Marane. tutti i camion d’abruzzo che vanno a scaricare alla pastorina lasciano vari ricordi lungo il percorso (un pezzetto per uno ovviamente ma siccome ne passano un centinaio al giorno il gioco è fatto), di compensazione ambientale e di danni alle popolazioni limitrofe nessuno ne parla?? provate a passeggiare lungo quella strada e vedete con i vostri occhi. stanno rovinando le campagne più belle.

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