L’orgoglio dalle fiamme: c’è un pezzo di Pratola nel “miracolo” del Bahrain

Ventotto secondi interminabili e alla fine il sospiro di sollievo, misto ad orgoglio. C’è un pezzo di Valle Peligna e in particolare di Pratola nella “fuga dall’inferno” fatta domenica scorsa dal pilota di Formula 1 Romain Grosjean durante il Gran Premio del Bahrain. L’auto sulla quale il pilota viaggiava, la Haas, viene infatti prodotta e in gran parte realizzata dalla Dallara di Parma, dove lavora Giovanni Carlo Liberatore, 32 anni originario del centro peligno.

Il giovane, da tre anni al servizio della casa specializzata in componentistica, si occupa di finiture di fibre in carbonio e in particolare di quell’abitacolo che ha salvato la vita al pilota svizzero con passaporto francese, dopo che a pochi secondi dalla partenza il mezzo si è schiantato contro un guardrail spezzandosi in due andando a fuoco. Una nicchia protetta la cui efficienza è data anche dalla capacità di metterla insieme.

“Domenica abbiamo trattenuto il fiato per mezzo minuto – racconta Giovanni Liberatore – come ogni Gran Premio eravamo tutti davanti allo schermo per vedere come andava la nostra macchina. Non è solo passione, ma anche lavoro, perché ogni volta che c’è un incidente o un guasto poi dobbiamo occuparci di rimettere in sesto il mezzo ed è un’operazione che facciamo in modo artigianale. Quando il pilota è uscito da quell’inferno di fuoco ci siamo sentiti tutti un po’ orgogliosi di aver salvato con il nostro lavoro una vita”.

Giovanni Liberatore ha scelto di dedicarsi a questo lavoro seguendo la sua passione: dopo dieci anni trascorsi nella ditta edile di famiglia, ha infatti frequentato un corso di formazione ed è stato subito assunto dalla casa automobilistica. “Sono un appassionato di motociclismo – racconta – e l’idea di lavorare nel campo delle corse mi ha subito entusiasmato. E’ importante sapere che il tuo lavoro, per quanto sia parte di una grande macchina organizzativa, ha contribuito ad un successo nel campo della sicurezza e a salvare una vita umana”.

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