Juan Martin è in Italia per un tour di presentazione del suo libro, già tradotto in dieci lingue, e che da settembre sarà disponibile anche nella nostra lingua. Ha raccontato come è nata l’idea: “Volevo umanizzare la figura di mio fratello, partendo dal contesto familiare. Spesso viene visto come un Dio, mentre lui era solo un uomo, come tutti noi, quindi le sue gesta sono tutt’ora perseguibili”. Un esempio che grazie a questo libro si avvicina alle persone comuni rendendo così afferrabili i suoi ideali.
Ha parlato delle sue origini Juan Martin Guevara, della sua famiglia, spesso descritta come ricca e aristocratica, nulla
Poi il racconto del Che Guevara rivoluzionario: “quando sono andato a La Havana per incontrarlo mi sono accorto che avevo lasciato un fratello e trovato un comandante”. Molte le domande alla fine dell’intervento di Juan Martin sui temi più diversi, dall’eredità politica del Che, allo stato attuale di Cuba, al mondo ai tempi di Trump, ai rapporti con Fidel Castro e alla mercificazione dell’immagine del fratello rivoluzionario, finita finanche tra le mire promozionali di una nota casa automobilistica tedesca per la perplessità di capitalisti e ferrei comunisti.
Guevara ha spiegato, inoltre, che: “Ernesto è stato un rivoluzionario marxista-leninista che ha combattuto per le sue idee mettendoci innanzitutto il suo corpo. Oggi la sua immagine è ancora molto potente ma va riempita di contenuto, con le azioni, le idee e le parole del Che”.
Dopo la presentazione qualche passo per Corso Ovidio e l’aperitivo a chilometro zero nella sede di Terra Viva offerto dal consorzio stesso, con vino, salumi e formaggi locali.
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