Mafia dei Pascoli, la Di Girolamo chiede tutele al ministro Lollobrigida per gli allevatori abruzzesi

“Alla luce delle 600 ore di carcere in totale per i 101 imputati nel processo eseguito a seguito dell’operazione antimafia denominata “Nebrodi”, la più vasta e imponente operazione sul versante dei fondi europei dell’agricoltura in mano alle mafie mai eseguita in Italia e all’estero e, di fronte alle oscure vicende accadute lo scorso anno relative alle 2 morti sospette degli allevatori abruzzesi di Ofena e Pizzoli; mi sono sentita in dovere di interrogare il Ministro Lollobrigida sulla sua conoscenza della problematica e sulle sue intenzioni di interventi nel merito”.

A esporsi è la senatrice pentastellata, Gabriella Di Girolamo, in sostegno degli allevatori per i quali chiede maggiori tutele, chiedendo al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, di tendere la mano agli agricoltori e allevatori abruzzesi.

“Il meccanismo utilizzato dalla cosiddetta “Mafia dei Pascoli” – scrive la Di Girolamo – è ormai accertato, aziende agricole fantasma che spesso non allevano e non producono alcunché o, nel migliore dei casi, hanno sempre gli stessi capi di bestiame spostati da una parte all’altra, distruggendo di fatto l’economia agricola locale. Milioni di fondi europei che dovrebbero andare a sostenere l’allevamento e la pastorizia, attività economiche di estrema rilevanza specialmente qui in Abruzzo, vanno nelle mani della criminalità organizzata”.

“I rincari dei carburanti e delle materie di consumo – conclude la senatrice sulmonese -, stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza delle tante attività legate alla pastorizia presenti nella nostra regione che, oggi più che mai, non possono fare a meno dei contributi economici comunitari, provenienti da Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura). Ritengo quindi sia necessario un intervento immediato da parte del Ministro, per garantire il regolare flusso contributivo e soprattutto per tutelare i tanti allevatori dalle intimidazioni che mettono a repentaglio la sicurezza di loro stessi, del loro bestiame e dei pascoli assegnatogli”.

9 Commenti su "Mafia dei Pascoli, la Di Girolamo chiede tutele al ministro Lollobrigida per gli allevatori abruzzesi"

  1. La mafia e’ una montagna di merda !

  2. Non c’è due senza tre. La terza Senatrice. Con questo nuovo governo si vive un balzo mentale di ritorno indietro nel tempo a periodi infelici, anche. A L’Aquila specialmente, abbiamo i due nuovi senatori, PICUCCIO e PICHELLO, se come PICA, hanno presentato ancora proposte di deroga alla chiusura dei quattro Tribunali già chiusi per legge, e che oggigiorno sono TRIBUNALI STRAORDINARI, con agire illegittimo nelle stesse province infette del sud Italia come i tribunali speciali della LEGGE PICA ugualmente aquilana . Altrimenti L’ITALIA È UNA SENZA INFEZIONI, e se in Piemonte e nel nord Italia più ricco i tribunali minori sono stati tutti chiusi in ottemperanza ad una legge promulgata da un Presidente delle Repubblica, È COMPLETAMENTE INACCETTABILE che debbano rimanere aperti nelle province più povere d’Italia come tetro sostegno economico al settore impiegatizio ed ai fori con sovrannumero di avvocati, dove poi per farli funzionare si genera una economia sulle accuse false ed irrisorie che vengono mosse contro i cittadini socialmente più deboli, per ingaggiarli nella funzione, purtroppo necessaria di imputati, e senza compenso a differenza di tutte le altre figure che partecipano in un processo.

    • Davvero,queste persone (per di più senatori) non si sa bene che cosa vaneggiano in ogni occasione che aprono bocca.Parla di “PASTORIZIA, ATTIVITÀ ECONOMICA RILEVANTE SPECIALMENTE PER L’ABRUZZO” quando invece è di valore economico assolutamente irrisorio, con pochissime aziende minuscole di pochi capi portate avanti da persone che, purtroppo, non sarebbero in grado di fare altro, poiché frequentemente anche illetterate. Si rivolge poi a Lollobrigida, ministro pomposamente della SOVRANITÀ ALIMENTARE, quando l’Italia produce, neanche 8 milioni come le baionette, ma soltanto 6,5 milioni di tonnellate di grano l’anno, equivalente ad 8 kg al mese per cittadino insufficiente quindi per sostenere la giusta nutrizione nazionale senza ricorrere a forti importazioni. Basti pensare che la Francia ne produce 30 milioni di tonnellate… QUESTE PERSONE SONO UNA GRANDE DELUSIONE E DOVREBBERO TUTTI CAMBIARE MESTIERE INVECE DI RAGGIRARE IL POPOLO PER RUBARSI QUESTI GRANDI STIPENDI.

    • Cheppoi, La guerra al brigantaggio postunitario con 250.000 soldati, massimamente bersaglieri, sembra di dubbia immaginifica verità, come la attuale lotta alla mafia. Poteva sicuramente esserci il fenomeno ma non così grandemente ingigantito per giustificare un tale impiego di forza militare. Tuttalpiù è stata una grande elargizione di paghe pubbliche ingrandite e di trasferte a beneficio dei soldati settentrionali più poveracci da sfamare,e chiaramente pagato con impiego di soldi prelevati dai 400 milioni appena rubati dalle riserve del Regno di Napoli. Mi sembra invece che il,anzi altro Senatore, Luigi Federico Menabrea invece di 200mila soldati al Sud avanzò all’epoca proposta di mandare 200milioni in investimenti e per creare lavoro, ma non venne ascoltato perché il bottino di guerra se lo sono spartiti tra di loro, lasciando conseguenze ancora presenti e senza possibilità di recupero o di reversione se ancora oggi , per acchiapparsi soldi e paghe,proseguono con imperterrita continuazione a paventare stessi nemici immaginario di mafie e di pascoli onde spendere soldi in finte battaglie senza pericolo, di polizie impiegati funzionari prefetture e, Tribunali tribunali tribunali.

      • Allora dovremmo calcolare anche i cento milioni pagati all’Austria per comperare il Veneto con la pace di Vienna del 3ottobre 1866 firmata sempre da Menabrea.È ben certo che i cento milioni erano provenienti dal bottino di guerra del Regno di Napoli. Esistono ancora negli archivi di stato gli interrogatori dei briganti che definivano gli invasori “I morti di fame piemontesi” per la evidente ricchezza che sono venuti a portare al Sud. I danni comunque sono interminabili se il disastro maggiore ancora presente e che ci opprime tutti è la legislazione piemontese applicata nel mezzogiorno,se è un sistema statale assolutamente nocivo e specificatamente corrotto e parassita perché copiato lettera per lettera alla Francia.Soltanto che i francesi sono tendenzialmente stupidi come tutte le popolazioni del nord Europa, mentre i napoletani NO. Difatti dobbiamo ancora subire la Mezzadria degli appalti pubblici con il funzionario superiore che ti “concede” gli appalti a trattativa privata od affidamento diretto a suo piacimento con la prepotenza che può fare gli interessi suoi come gli pare, tanto è di concetto completamente piemontese anche la magistratura.

  3. … 😂😂😂… Buongiorno a tutti quelli che si svegliano dal “ Letargo”… durato cinque anni…
    Magari all’AGEA sarebbe necessario segnalargli se dall’Agosto del 2017 ( incendio del Morrone per chi lo avesse dimenticato) e per successivi cinque anni a chi, e da CHI, sono stati affittati i pascoli percorsi dall’incendio, fregandosene bellamente della Legge Regionale n.3/2014 che ai seguenti commi dell’art. 42, dispone che:
    12. Nei terreni saldi percorsi da incendio l’esercizio del pascolo e’ vietato per i cinque anni successivi all’evento.
    13. I Comuni e gli altri enti locali proprietari di pascoli, anche se soggetti agli usi civici, adottano propri regolamenti per l’utilizzazione degli stessi. Detti regolamenti non possono pero’ derogare alle disposizioni della presente legge, ne’ a quelle del regolamento di cui all’articolo 5.
    Oltre alle altre disposizioni previste anche dall’ art. 10 c. 3 della legge quadro n. 353 del 2000, e in ultimo a quelle introdotte dal D.L. n. 120 dell’8 settembre 2021, convertito con legge 8 novembre 2021, n. 155.

  4. Da non sottovalutare | 14 Gennaio 2023 at 17:52 | Rispondi

    Inspiegabile che non si riesca a verificare seriamente la moralità ed affidabilità delle azienda a cui si destinano tali fondi … I singoli denunciano esponendosi e rischiando in prima persona, ma non possono essere lasciati soli in una battaglia così grande. È notorio che siamo territorio appetibile per le mafie…

  5. Per non parlare dei paesi lucani e non solo,cannoneggiati e distrutti dalle truppe dei generali la marmora e cialdini (non meritano la maiuscola),solo perché sospettati di nascondere cosiddetti briganti.
    O delle torture,stupri e uccisioni perpetrate dal boia cesare lombroso a danno dei cosiddetti briganti e brigantesse rinchiusi nel carcere di fenestrelle o san maurizio canavese.
    O delle vagonate di teste decapitate che il boia si faceva spedire per avvalorare la sua farneticante tesi ed essere assurto a docente universirario.
    O dell’inizio dell’emigrazione per l’estero e l’affamamento di tutta Italia dopo l’inizio dell’occupazione savoiarda,che hanno governato,pur non avendone diritto, a danno dei Borboni.
    Eccetera……..

  6. … 600 ore di carcere per 101 imputati… praticamente 6 ore per ciascun imputato… sarà un refuso…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*