I colori delle bandiere si mescolano dalla prima mattina, portati dal vento con pennellate. Il rosso accesso della Cgil, l’azzurro della Uil, il bianco e verde della Cisl. E poi il blu intenso delle tute degli operai Marelli di Sulmona, che in marcia attraversano corso Ovidio. Colori e cori, a dividerli i sensi e una sillaba. La fiumana in protesta arriva alle porte di Palazzo San Francesco. Dietro di esse la politica si confronta unita. Non c’è scranno di maggioranza o di opposizione in aula consiliare per salvare lo stabilimento che tra gli anni Settanta e Novanta contava oltre mille dipendenti.
Erano gli anni di massima occupazionale nel polo peligno per la produzione delle sospensioni per auto FIAT Tipo e Punto, nonché per l’Alfa Romeo e per Lancia. Oggi di dipendenti se ne contano meno della meta: 460 con altrettante spade di Damocle pendenti sulla testa. Non il miglior modo per stappare lo spumante verso l’anno nuovo che, come anticipato dall’assessore Tiziana Magnacca, se non sarà di lacrime e sangue poco ci mancherà. Gli ammortizzatori sociali per il 2025 sono previsti, con tanto di proroga pronta fino al 2026. Del doman, poi, non vi è certezza. L’unica sicurezza è la simbiosi con lo stabilimento di Atessa, relegato ad una condizione di mono-committenza e vedrà sottrarsi alcune lavorazioni per effetto di un preoccupante processo di insourcing posto in essere dal cliente FCA Italy di Atessa, di cui, al momento, non si conoscono le esatte dimensioni, né i limiti.
La richiesta dei sindacati uniti è quella dell’istituzione di area di crisi complessa del settore automotive. Un percorso che porterebbe all’agevolazione per gli investimenti industriali, per la tenuta occupazionale e per il futuro produttivo del sito.
Intanto al Tavolo Italia, Stellantis ha promesso investimenti per 6 miliardi di euro nell’indotto. Un tesoretto utile per l’acquisto di macchinari, l’ingaggio di forza lavoro giovane e per la competitività.
Il consiglio straordinario riunito ha dato mandato alla giunta di Sulmona di agire, congiuntamente ai parlamentari abruzzesi, alla Regione Abruzzo, ai Sindaci del territorio e alle organizzazioni sindacali per sensibilizzare le istituzioni sulle condizioni di grave precarietà in cui versa l’economia di Sulmona e della Valle Peligna. Insomma, cercare di fare comunità per arrivare alla sopravvivenza dell’impianto, a prescindere dai colori politici, come predicato dalla vicepresidente del Consiglio Regionale, Marianna Scoccia. A fianco a lei le colleghe, Maria Assunta Rossi e Antonietta La Porta. Presente la senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo, con addosso una tuta da metalmeccanico in segno di solidarietà ai lavoratori. Insomma, una battaglia davvero di tutti i (non) colori politici.
Alla giunta ovidiana, con a capo il sindaco Gianfranco Di Piero, anche il compito di assumere, congiuntamente ai parlamentari abruzzesi, alla Regione Abruzzo, ai Sindaci del territorio e alle organizzazioni sindacali, le necessarie iniziative finalizzate a chiedere al Governo, alla Regione Abruzzo e a Stellantis che parte dei 6 miliardi di euro postati da Stellantis, venga destinata anche a Marelli.
Riunito attorno al destino dello stabilimento anche l’intero Partito Democratico, dagli esponenti locali, fino ai vertici nazionali. “Siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della Magneti Marelli di Sulmona che stamattina sfilano in corteo nella città peligna per sensibilizzare le istituzioni e salvaguardare i propri posti di lavoro – scrivono i dem -. Lo stabilimento attualmente occupa 460 persone ed è il sito industriale più importante del comprensorio. Essendo legato a Stellantis, negli ultimi mesi ha subito i contraccolpi della crisi che sta attanagliando l’impianto della Val di Sangro e così sono scattati dapprima gli ammortizzatori sociali e poi gli esuberi, che da 85 iniziali sono diventati 147 nella recente revisione. A questo si aggiunga che sono diverse le lavorazioni e le linee di produzione internalizzate dalla Sevel e sottratte alla Marelli, determinando una dinamica di svuotamento di commesse e produzione dello stabilimento peligno che ci preoccupa molto. Il Partito Democratico è stato e sarà sempre con le maestranze della Magneti Marelli e di tutto l’indotto nell’azione di stimolo alle istituzioni affinché facciano sentire la propria voce sui tavoli sindacali. Il sito sulmonese è fondamentale per l’economia della Valle Peligna e non può essere ridimensionato né tantomeno chiuso”.
Indossata la tuta, da domani tutte alla catena di montaggio, le nostre politiche?
Spero che la giornata di oggi possa portare una svolta positiva e proficua per i lavoratori ed il territorio tutto.
D’altro canto, sotto Natale e non solo, mi piacerebbe vedere che chi può spendere (e ci sono, avoja se ci sono!) faccia girare l’economia di queste zone, senza commerci online nè megaquò vari di bassa val Pescara.
Voglio essere fiducioso, ma non mi è piaciuta la comparsata in collegamento internet di certi esponenti politici che, credo fosse decente se non doveroso, potevano essere presenti .
Ma aspetto i fatti.
La regione Basilicata, per i suoi impianti, qualcosa ha fatto. I nostri ? Non pervenuti. E nemmeno le nostre…
Le nostre solo su instagram, Facebook, tiktok e mer..te varie per le cose serie… sull’attenti prima bisogna ricevere l’ordine, senza niente
Una fiumana? Sta per chiudere l’azienda più import del territorio e alla manifestazione erano presenti 300 persone. Ormai ci siamo convinti di poter vivere con il turismo e le case vendute a 1 euro.
Amara verità
Esatto infatti per mesi si sono letti commenti di economisti del webbe dire che si poteva campare di turismo e le fabbriche non servivano. Però mi aspettavo andassero al corteo a spiegare questa loro teoria agli operai e alle loro famiglie
Certo, pensare di vivere solo di turismo è una ricetta per lo sviluppo inefficace.
Non può certamente risolvere i problemi di un territorio in abbandono da troppi anni.
Per la ripresa occorrono studio, pianificazione e progetti seri, che vadano oltre il semplice ritorno elettorale.
Progetti strutturati, da attuare per una ripresa economica che possa inserirsi e attecchire in un territorio con queste peculiarità.
È ugualmente molto ingenuo però, pensare che lo sviluppo e la conseguente ripresa economica, si possano realizzare distribuendo esclusivamente risorse pubbliche a pioggia, o mance a destra e a manca, o forse sarebbe meglio dire, a destra e a destra.
La realtà ci mostra i risultati: tanti soldi pubblici spesi, inconsistenti risultati ottenuti.
Concordo. Peccato che nella cittadinanza si è diffusa la credenza, frutto di palese ignoranza, che si potesse campare aprendo tutti bar e b&b. Di solo turismo non campano né Roma né Venezia figuriamoci Sulmona. E poi con il nostro turismo da peracottari. Bastava andare ieri alla stazione per capire per due gocce d’acqua di cosa parliamo. Traffico in tilt per nostri concittadini che bloccano il traffico per prendere figli o parenti che non possono fare 10metri a piedi, macchine parcheggiate in maniera vergognosa senza curarsi della sicurezza stradale e dei passanti, buio, autobus manco a parlarne vigili e cercare di regolare il traffico manco a parlarne assenza di marciapiedi. E poi diciamoci la verità il sulmontino medio è la negazione stessa del turismo. Cafone arrogante maleducato. Vivere a Sulmona sta diventando una scelta sempre più difficile da fare per la mancanza di servizi basici ma soprattutto per la gente che ci abita.
Una Fiumana? Solo 300 Operai e basta. I negozianti hanno abbassato le saracinesc
E i Cittadini dove erano? E gli Studenti con i loro Insegnanti? E le varie Associazioni brave ad organizzare sfilate di moda cori natalizi e saggi di ballo? E i Dirigenti Scolastici bravissimi sugli Open Day e a mettersi in mostra su chi è il più bello del Reame? Ma non preoccupatevi adesso scendono in campo i nostri politici e sistemeranno gli esuberi alla Saca,Cogesa,Consorzio Bonifica,Comuni ecc.ecc.AMEN