
Dopo le tensioni, l’impegno di programmare un nuovo appuntamento da fissare entro un mese e mezzo con la speranza che l’azienda presenti qualche risposta concreta per il futuro dello stabilimento di Sulmona. Questo l’epilogo dell’incontro svoltosi ieri presso l’assessorato alle Attività produttive della Regione Abruzzo tra Marelli e sindacati sul futuro dello stabilimento peligno. A riferirlo le stesse sigle sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm spiegando che “ancora una volta l’azienda si è limitata a fare un’istantanea della situazione reale senza dare prospettive per il futuro”, anzi. A scaldare gli animi le dichiarazioni dei rappresentanti della Marelli che dopo aver delineato il quadro sullo stato generale dell’automotive e sulla contrazione di volumi della ex Sevel, hanno ribadito che “la produzione dei bracci in lamiera per il Ducato non sarà fatta a Sulmona ma presso uno stabilimento indiano e che non si torna indietro da questa scelta”.
“L’ennesima sottrazione di produzioni”, dichiarano i sindacati che insieme all’assessora Magnacca hanno risposto sottolineando come “tale scelta non fa che aumentare le difficoltà che lo stabilimento di Sulmona sta vivendo”. Una decisione inaccettabile, continuano le parti sociali sottolineando come “non v’è nesso logico tra la contrazione dei volumi della ex Sevel e lo spostamento della produzione dei bracci” e, dopo iniziali momenti di tensione, la richiesta rivolta all’azienda di “tornare sui propri passi”. Riportare la produzione non solo dei bracci ma di tutte le produzioni fatte all’estero in Valle Peligna, aggiungono i sindacati, consentirebbe di ridurre il numero di esuberi “in un’ottica di fiducia nei confronti dello stabilimento di Sulmona e del territorio”. All’assessora invece la richiesta di “richiamare la ex Sevel alla responsabilità sociale per porre fine al pericoloso processo di insourcing di lavorazioni al momento riguardante la produzione di semicorner”.
“Non vorremmo che Stellantis diventi per Marelli un alibi per smantellare progressivamente lo stabilimento di Sulmona che rappresenta ancora un patrimonio di conoscenze tecniche e competenze che contribuisce all’economia di un vasto territorio” concludono Fim Cisl, Fiom Cigli e Uilm in attesa del prossimo incontro per un dialogo senza più tensioni.
Promette battaglia la senatrice pentastellata, Gabriella Di Girolamo, che ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare, nei prossimi giorni, rivolta al Ministro delle Imprese e del Made in Italy e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
“Con la mia interrogazione – spiega la senatrice sulmonese – chiederò al Governo di chiarire quali siano le intenzioni di Marelli per Sulmona, di intervenire per tutelare l’occupazione e di attivarsi immediatamente per istituire un tavolo di crisi industriale nazionale. È fondamentale che vi partecipino l’azienda, i sindacati, la Regione Abruzzo e i ministeri competenti, così da affrontare questa vertenza in modo strutturato e trovare soluzioni concrete. Lo stabilimento di Sulmona è un presidio industriale essenziale per le aree interne d’Abruzzo, per la loro economia e per la dignità di centinaia di famiglie. Non possiamo rimanere in silenzio davanti a una lenta ma evidente desertificazione produttiva. Il Governo ha il dovere di intervenire subito, prima che il danno diventi irreversibile. Continuerò a seguire la vicenda con il massimo impegno, al fianco dei lavoratori e delle loro rappresentanze”.
E ci stracciamo le vesti per il tribunale!
Mi auguro davvero che tutte le forze politiche possano combattere insieme e in ogni modo, per mantenere l’unico presidio industriale e occupazionale, rimasto in città.
Anche se la realtà del Paese, aldilà della propaganda, mostra il dato della produzione industriale italiana, in calo da 25 mesi consecutivi.