
L’aumento vertiginoso dei contagi, che certo non ha risparmiato il Centro Abruzzo, tanto da far parlare di una quinta ondata, raffredda molto gli entusiasmi per una Pasqua “normale”. Il governo prende tempo e sul Dpcm che dovrà disegnare la road map delle riaperture ci sono al momento solo indiscrezioni e nessuna certezza. Un’incertezza che non aiuta nella costruzione della settimana più importante per Sulmona, quella appunto di Pasqua, nella quale il rischio di non poter animare per il terzo anno consecutivo i riti della tradizione, resta alto.
Con queste premesse ieri il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, ha incontrato i priori delle due Confraternite cittadine, quella di Santa Maria di Loreto che organizza la Madonna che scappa in piazza e quella della Santissima Trinità che gestisce invece la processione del Venerdì Santo. Un confronto mirato principalmente a studiare ipotesi “alternative” o comunque misure che possano garantire lo svolgimento dei riti in sicurezza. Fermo restando che la parola finale spetta sempre al prefetto in base alle indicazioni che darà il governo.
“In ogni caso dobbiamo farci trovare pronti – spiega il sindaco -. Speriamo certo nella riapertura senza filtri di tutte le attività, ma bisogna essere realisti e pensare eventualmente a soluzioni diverse”.

Tra queste potrebbero esserci l’uso obbligatorio della mascherina anche all’aperto, obbligo che avrebbe dovuto decadere anche al chiuso a partire dal primo aprile, ma che molto probabilmente, in base alle indiscrezioni, il governo prorogherà fino a dopo Pasqua (al chiuso). “Anche per l’evento della domenica in piazza Garibaldi – continua Di Piero – si potrebbe imporre l’uso della mascherina all’aperto: si tratta comunque di un assembramento di grandi dimensioni, anche volendo contingentare gli ingressi come è già previsto dalla normativa anti panico”.
Obbligo di mascherina anche per la processione del Venerdì Santo che resta l’evento di più difficile gestione: la mascherina sarebbe obbligatoria per il pubblico, mentre per chi partecipa in modo diretto o indiretto ai riti religiosi (quindi non solo il Coro) si è pensato all’obbligo del tampone, negativo ovviamente.
Un’altra ipotesi sul tavolo per minimizzare le occasioni di assembramento, è quella di modificare il tragitto della processione, questa volta non per risparmiare tempo, come accaduto in passato in caso di brutto tempo, ma per evitare i passaggi in zone più anguste, come i vicoli ed evitare o almeno limitare assembramenti. Una deviazione che certo toglierà molta della suggestione della processione, ma che potrebbe in questo modo garantirne lo svolgimento in sicurezza.
Come anticipato dal Germe, d’altronde, nel Coro già ci sono delle defezioni e sabato prossimo si terrà la riunione dei cantori per capire su quali forze poter contare e in che modo eventualmente svolgere la processione e soprattutto le prove che dovrebbero essere già partite, ma che sicuramente fino al 31 marzo non potranno tenersi se non con l’uso della mascherina.
“Nei prossimi giorni risentirò il sottosegretario Sileri – conclude il sindaco – per capire meglio qual è l’indirizzo che intende prendere il governo, anche se questa impennata di contagi che si sta registrando in tutto il Paese, sta spingendo il governo giustamente a prendere tempo per decidere”.
La pandemenza direi…stadi pieni , Sanremo (lasciamo stare), grandi fratelli vari, nel mondo festival di musica ovunque senza limitazioni alcune!
Mamma me che schifo