Matrimoni civili e location: la scarsa offerta cittadina

Sulmona città dell’amore, (leitmotiv di qualche anno fa), luogo di bellezza, di promesse, confetti e matrimoni.

Matrimoni questi, più religiosi che civili, seppur per i secondi la richiesta sarebbe bella numerosa ma, a mancare, nella città che di bellezza e architettura ne è gioiello d’Abruzzo, sono le strutture. Perché se togliamo all’appello Palazzo Mazara ridotto quasi ad un colabrodo con affaccio sul guano, restano disponibili l’aula consiliare, non proprio una location esclusiva e la sempre verde Rotonda che però è all’aperto e poco fruibile per gli sposini invernali. Del Parco Fluviale, invece, a quanto pare, non ci sarebbe più traccia nelle indicazioni dei luoghi.

Insomma per il rito laico tocca adeguarsi, “o così o pomì”, eppure nella celebrazione civile, come da nuova normativa, spiega la celebrante laica Liana Moca, è spiegato che il Comune non solo può mettere a disposizione i suoi scorci più suggestivi, ma adottare convenzioni con i privati. Insomma sposarsi civilmente, ad esempio, nel cortile del Palazzo dell’Annunziata, dove entrerebbero tutti ma proprio tutti gli invitati, celebrare all’interno dell’Abbazia ovviamente di concerto col Mibact oppure in strutture private, alberghi, b&b, allargando la disponibilità delle location nel capoluogo peligno, potrebbe questo fare sì di Sulmona la città dell’amore.

Liana Moca per il suo ruolo che investe in tutta Italia, nel coordinamento e nella celebrazione dei riti, ha potuto negli anni appurare direttamente l’offerta del patrimonio pubblico e privato in diverse realtà per il giorno del matrimonio. Perché anche il rito civile ha il suo seguito, parliamo di coppie con religioni diverse, o divorziate, o non credenti, che però ai loro 100 invitati non rinuncerebbero nemmeno se fosse il terzo o quarto sì. La celebrante Moca ha per questo sollecitato il Comune di Sulmona ad intraprendere un percorso più ampio e dinamico sui matrimoni civili ma, la questione sarebbe rimasta ferma lì, “Ho portato la documentazione per fare i matrimoni civili precisamente un anno fa all’impiegato addetto, la stessa che ho consegnato al Comune di Pratola, che invece in una settimana l’aveva messo a regime. Per Sulmona un anno di inettitudine”. A mancare è anche l’informazione, a fare da celebrante può essere un amico, un fratello, si possono aggiungere discorsi di proprio pugno, auguri speciali, musica. E non relegare dunque questa scelta ad opzioni rigorose o poco scintillanti, insomma tutti vogliono viverla la favola almeno per quel giorno.

E’ questione di comprenderne la risposta in termini di scelta della città, di introiti, di pubblicità, un circuito favorevole, un indotto non da poco tra ristoranti, trucco, parrucco, fiorai, fotografi, musicisti “Fatevi un calcolo semplice di quale somma gli sposi lasciano sul territorio”. E così a Santo Stefano di Sessanio gli invitati decidono di prenotare e restare tutti per quattro giorni, da spendere, nel vero senso della parola, tra escursioni e degustazioni. A Città Sant’Angelo nella Pescara pioniera, o a Città Castello, promessi sposi da oltreoceano che amano l’Abruzzo, scelgono la regione verde per lo scamabio degli anelli, in molte altre realtà, sottolinea Moca ha potuto riscontrare una efficacia e velocità nel produrre documentazione da parte degli uffici, nel curare le informazioni, ottimizzare la realizzazione dell’evento, soprattutto nel capire che anche questo è turismo, economia, rilancio. Questo significherebbe, data l’opulenza architettonica a disposizione, richiamare una bella fetta di popolazione, farsi scegliere, sia nel matrimonio religioso con le chiese cittadine di rara bellezza, che nei luoghi storici da iniziare alle cerimonie civili. Un’opportunità, una possibilità, un treno da prendere al volo cercando come suggerisce Moca, di “non restare paralizzati, ancora”

Anna Spinosa

Commenta per primo! "Matrimoni civili e location: la scarsa offerta cittadina"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*