Metanodotto non strategico: l’ultima carta per fermare la Snam

Un gioco troppo costoso per i contribuenti, tant’è che l’Arera ha chiesto una consultazione pubblica per vedere quanto sia realmente utile il metanodotto Snam, Sulmona-Foligno. Così oggi, a Sulmona presso Palazzo San Francesco, si sono riuniti sindaci e istituzioni del territorio per ribadire la propria contrarietà all’opera. Tutte le contraddizioni sul metanodotto sono finite nero su bianco in un documento che entro il 20 gennaio sarà inoltrato ad Arera, oltre che a Snam e alla presidenza del Consiglio dei Ministri.

E’ l’ultima carta giocabile per impedire la costruzione di un’opera già approvata lo scorso ottobre e, in teoria, già cantierabile. Se i lavori per la realizzazione della centrale a spinta del gas a Case Pente, e per lo stesso metanodotto, non sono ancora partiti, lo si deve proprio alla stessa Snam. Infatti, già da marzo si sarebbero dovuti vedere i mezzi in azione sul tracciato che collega Sulmona con Foligno, interessando 17 Comuni abruzzesi. Di fatto, però, la stessa azienda ha rimandato tutto a luglio 2024. E menomale che l’opera è giudicata strategica.

Di strategico, in effetti, c’è ben poco a visionare i dati che la stessa Snam ha fornito e che saranno il cavallo di battaglia per armare Arera nella guerra al gasdotto. I dati ufficiali dei consumi di gas in Italia nel 2023 non sono stati ancora pubblicati, ma secondo quanto rilevato dalla stessa Snam, sulla base dei dati preliminari di consuntivo, cala la domanda annuale: dai 75,1 miliardi di metri cubi del 2021 ai 67,4 miliardi del 2022. Esaminando più in dettaglio i dati dell’anno appena trascorso (da gennaio a novembre, fonte MISE) balza evidente che l’Italia, grazie alla sua elevata diversificazione delle fonti di ingresso (5 metanodotti e 3 rigassificatori) ha potuto sostituire oltre il 50% del gas russo con quello di altri Paesi produttori (le importazioni dalla Russia erano state nel 2021 di 26 miliardi di metri cubi). Non solo, ma nel 2022 l’Italia ha esportato oltre 3 miliardi e 200 milioni di metri cubi di metano, ovvero più della produzione nazionale.

Insomma, il fabbisogno nazionale sembrerebbe più che soddisfatto.

Si può però obiettare che se questo vale per il 2022 può non valere per il futuro più o meno prossimo, quando le forniture dalla Russia potrebbero essere azzerate. Ed è in base a tale presupposto che Snam sostiene la necessità di realizzare la Linea Adriatica. Al riguardo Snam ha pubblicato un grafico all’interno della relazione integrativa, che dimostrerebbe come i “flussi di importazione nei Punti di ingresso da Sud (Mazara del Vallo, Gela e Melendugno) sono aumentati in modo sostanziale, fino al raggiungimento del vincolo attuale di trasportabilità presente nella rete italiana lungo la dorsale tirrenica”. Ma si tratta di un grafico sbagliato, sostengono i comitati No Hub del gas, perché, a fronte di un totale di 126 milioni di metri cubi/g risulterebbe che circa 110 sono utilizzati, e da ciò deriverebbe che le linee attualmente esistenti sono prossime alla saturazione, essendo il rapporto di utilizzo pari all’87,3%.

“Dobbiamo fare le barricate – incalza Paolo Federico, sindaco di Navelli -. Questa è un’opera che non può pesare sulle tasche degli italiani. Chiediamo che diventi un’opera industriale, visto che Snam ha tanti interessi nel farla. Allora la facesse di tasca propria. Inoltre nessuno ha tenuto in considerazione la sismicità del territorio. Il 2009 dovrebbe averci insegnato qualcosa. Concludo dicendo che sono fermamente contrario al metanodotto, visto che passa sotto le abitazioni dei residenti di Navelli”.

“Tutti uniti contro l’opera”, spiega il primo cittadino di Popoli Concezio Galli. “Il metanodotto è inutile qui come in altre parti d’Italia”, aggiunge Catia Di Nisio, assessore del Comune di Sulmona.

“Le previsioni di Snam sul 2030 e 2040 sono inesatte – evidenzia Augusto De Sanctis del Comitato No Hub del gas -. La crisi climatica ha fatto abbassare i consumi e la richiesta del metano. Inoltre, lo si può sostituire con le rinnovabili, che costano meno ad oggi. In molti, con il bonus 110, hanno staccato la propria dipendenza dal gas, avendo abitazioni collegate al fotovoltaico”.

10 Commenti su "Metanodotto non strategico: l’ultima carta per fermare la Snam"

  1. lasciamo ai sindaci il loro vero lavoro e CHE LA POLITICA ENERGETICA LA FACCIA LO STATO E LE SUE MAESTRANZE!
    BASTA CHIACCHERE DI FALSI PROFETI
    NOI VOGLIAMO IL GASDOTTO

  2. Da quando lo Stato ha le “maestranze”? “Noi vogliamo il gasdotto”. Noi chi?

    • Loro, i capiscono, quelli che volendo, possono sempre andare a vivere dove, speriamo, dirotteranno il metanodotto e relativa centrale di spinta.

  3. Mi toglie una curiosità? Come mai, il progetto iniziale di fare passare il metanodotto al largo delle coste Pescaresi, in linea RETTA, ha poi lasciato il posto a questo secondo progetto che vede la linea inerpicarsi per linee tortuose? Con notevole dispendio di denaro. Avranno voluto farci un regalo?

    • vuoi una risposta? gira sul web è se sei un po inteliggente lo dovresti capire…
      ti do un indizio:
      come mai due grandi gas dotti provenienti dall Africa sono approdati in Sicilia, l’attraversano tutta tutta per approdare in Calabria e poi attraversano tutta la Calabria e poi tutte le regioni del Tirreno?

  4. ah poi c’è uno di gasdotto che dall Africa arriva in Sardegna e l’attraversa tutta tutta, spacca la spiaggia di Olbia e poi dove va, in Toscana
    ps
    Il Galsi fa parte dei progetti infrastrutturali in campo energetico ritenuti prioritari dall’Unione europea, come il Tap, l’Interconnettore Grecia-Italia il Transmed e via dicendo. ah già, poi dimenticavo che questi gasdotti oltreche co-finanziati dalla UE erano ritenuti strategici non lo ricorda mai nessuno…
    quando il TAP È arrivato in Puglia i comitati sono scesi in guerra(ne hanno arrestati più di 50!) guarda un po’ il TAP CI HA SALVATO DA UN DANNO ECONOMICO (non per le povere famiglie che ci cucinano e ci si scaldano, COME TUTTI I COMITATI CHE NE PARLANO MALE) ma per le aziende, industrie CHE CON IL GAS METANO CE CAMPANO!
    esempio
    Crisi del gas, la fortuna dell’Italia si chiama Tap. L’analisi di Villa
    https://formiche.net/2023/01/crisi-prezzo-gas-tap-villa-ispi/

  5. e ve prego non ripostate il costo dell opera e che la pagheranno gli Italiani e manco quanto gas ce serve ce servito e forse ci servirà… È BASTA, SIETE FOSSILI CON LE IDEE
    ps
    so de Roma

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