
Le roverelle sono in parte ricresciute, come diceva Guido Conti, gli alberi hanno già raggiunto i tre-quattro metri, ma ci vorrà del tempo “almeno venticinque anni – spiega il direttore del Parco Maiella, Luciano Di Martino – perché il Morrone torni come prima”.
I segni si vedono ancora di quell’incendio di cinque anni fa, dell’inferno che divorò la montagna in quel torrido e criminale agosto: sono quelli sul patrimonio arboreo e boschivo, ma anche e soprattutto sul dissesto idrogeologico, perché “il ruscellamento dovuto all’impermeabilizzazione della cenere e alla minore efficacia dell’opera delle piante – ha dettagliato la geologa e assessora all’Ambiente Catia Di Nisio ieri durante il primo appuntamento del programma del centenario del Cai -, hanno aggravato la tenuta e l’equilibrio di una montagna di per sé già molto instabile”.
E gli effetti non hanno tardato farsi sentire, con la “ravara” di Santa Lucia già nel 2018, “anche se dopo cinque anni – ha aggiunto la Di Nisio – si va ora verso una stabilizzazione del rischio”.

Duemilaquattrocento ettari di territorio andato in fumo, ha calcolato il Parco Maiella che solo sulla sua area protetta ha visto fiamme e cenere su 1920 ettari, 1100 solo sul territorio di Sulmona, il più colpito, insieme a Pacentro e Pratola Peligna. “E’ stato colpito il 16% della faggeta – continua Di Martino – e solo a Sulmona sono stati desertificati 300 ettari di pascolo, con danni gravi al querceto di roverelle nel territorio di Pratola. In questi cinque anni abbiamo agito con opere di ingegneria naturalistica per arginare i danni sul terreno soprattutto dal punto di vista idrogeologico, mentre la natura, lentamente, si sta riprendendo i suoi spazi. Abbiamo già investito 750mila euro e un altro milione è in bilancio per i prossimi anni”.
Ma c’è una ferita che brucia più delle altre, mai rimarginata, che gronda ancora interrogativi: il perché e il chi ha acceso quell’inferno la cui natura dolosa venne dichiarata già nell’immediato dal procuratore Bellelli.
“Come comitato giustizia per il Morrone abbiamo suggerito strade, ipotesi e consigli investigativi – dice Teresa Nannarone – chiedendo nel 2020 anche la riapertura delle indagini; senza successo. Questo è quello che ci lascia più feriti: non sapere il perché e chi abbia messo fuoco alle nostre montagne. C’è l’ipotesi del traffico dei rifiuti, quello della mafia dei pascoli, della mafia dei boschi, persino del business dei Canadair, di certo non si è trattato di piromani. Si è trattato di una bonifica criminale, ma non sappiamo di che natura e da chi voluta. Questo, al di là della devastazione, ci lascia inquieti”.
La stessa inquietudine che, ancora oggi, si avverte a camminare lungo quei sentieri un po’ più verdi, ma che dopo cinque anni, conservano ancora l’odore della cenere.
… quello che sembra un rebus irrisolvibile… una matassa aggrovigliata… forse è di una semplicità disarmante, basta solo analizzarne i dati con una mente sgombra da preconcetti e ipotesi strampalate,e assurde, se “ calate “ nel contesto dei fatti e del territorio in argomento.
Traffico di rifiuti… per favore, restiamo con i piedi per terra.
Business dei Canadier… e venivano ad incendiare il Morrone… quando avevano centinaia se non migliaia di pinete e macchia mediterranea da incendiare con più più facilità e con danni enormemente maggiori!
La mafia del taglio dei boschi… riflettete un attimo per favore, voi addetti ai lavori… cosa c’è da tagliare sul Morrone?
Dove sono queste centinaia e centinaia di tonnellate di legna, tra l’altro solo da ardere e non da lavoro, che possano “smuovere” appetiti da far gola alle grandi ditte appaltatrici… se poi in fondo ai pochi tagli autorizzabili, per numero e per quantità di legna che scaturisce dal computo metrico, risponde alle
Aste , o su invito, una sola Impresa?
Allora cosa resta?
Caro Direttore del Parco Maiella… forse non è stata una buona idea “ permettere “ la rescissione delle convenzioni di Gestione del territorio, Pascoli e Boschi, che il Parco aveva in essere con alcuni Comuni e poi autorizzarne lo “sfruttamento” degli stessi… peraltro con il solo scopo di rimpinguarne di soldi le casse con l’affitto dei Pascoli e il taglio commerciale dei boschi.
Non era meglio opporsi a quelle richieste e continuare la gestione da parte del Parco?
Con un 1.750.000,00 euro, quanti anni di ristoro ai Comuni si potevano pagare… ma soprattutto
quanti “ NO “ potevano essere scritti sulle richieste insensate di sfruttamento economico di Pascoli e tagli boschivi su pregiati territori ed ecosistemi di un Parco Nazionale come quello della Maiella?
Come quel “ NO” scritto dal Direttore Nicola Cimini sulla richiesta di taglio del bosco di Fonte Romana, anche a seguito della relazione negativa e “ ferma e motivata tecnicamente” opposizione del Comando Stazione Forestale competente territorialmente.
Ma vedo che adesso quel No è diventato un Si… e il bosco è stato tagliato…
Serve il Controllo e conoscenza del territorio… sapersi rapportare e “ ascoltare” le richieste e necessità dei residenti… dimostrargli con le parole e i fatti “ vicinanza”: Prevenire è molto meglio di reprimere.
Infine, una sola “ voce “ si è battuta e tiene alta l’attenzione sulle “ Mafie dei Pascoli”… è quella della dottoressa Teresa Nannarone… una delle poche, se non l’unica, che si è sentita forte e chiara… con la speranza che prima dell’estate la Regione Abruzzo metta una pezza sulla relativa Normativa azzoppata…
Si parla d’incendio del Morrone e vengono fuori altre distruzioni arboree e,a quanto pare,nonostante i pareri negativi degli Organi competenti:allora come la mettiamo con le migliaia di alberi distrutti al bivio Fonte Romana Passo San Leonardo? I lavori sono durati mesi,enormi automezzi hanno inghiottito centinaia di tonnellate di legname nel silenzio assordante di chi avrebbe dovuto dire qualcosa:io sono intervenuto più volte da queste colonne sull’argoment:voce nel deserto e patrimonio arboreo volatilizzato come i pini del Piano Cinque Miglia: e’ questo l’Abruzzo verde? Allora siamo arrivati:continuate Signori:nessuno vi chiamera’ a rispondere:anzi forse passerete alla Storia …in positivo.