Mozzarella appassita: il “suicidio silenzioso” dell’industria casearia

Solo nel Centro Abruzzo occupa un’ottantina di persone, senza contare l’indotto, ed è una delle eccellenze del nostro territorio. Sull’industria casearia, però, ora si è acceso l’allarme rosso: i rincari energetici e non solo che hanno travolto il Paese negli ultimi mesi, hanno infatti messo a serio rischio la sopravvivenza del settore.

La filiera è di quella che più hanno subito la crisi energetica e bellica: le bollette del gas da una parte e le difficoltà di reperimento delle materie prime dall’altra.

Nei caseifici, d’altronde, si lavora con il vapore: a 72 gradi per pastorizzare e acqua a 90 gradi per la lavorazione. Che con un aumento fino al mille per cento delle bollette su chi aveva il prezzo fisso fino ad aprile, vuol dire una produzione insostenibile.

Soprattutto se a questo si aggiunge l’impennata dei costi del latte (circa il 60% in più), dovuta alla mancanza di mangime per le mucche dopo la chiusura del granaio d’Europa in guerra.

Poi c’è il packaging che è aumentato del 40%, la logistica del 35%, l’energia elettrica del 300%.

“Con questi aumenti dovremmo imporre un prezzo sulle mozzarelle del 50% in più – spiega Paolo D’Amico, proprietario di Reginella d’Abruzzo – ma a noi non sono consentiti gli aumenti di questa portata: la grande distribuzione accetta incrementi non superiori al 5% di solito e soprattutto posticipati di mesi, quando noi, lavorando sul fresco, abbiamo bisogno di recuperare subito i maggiori costi. Il settore caseario sta andando verso un silenzioso suicidio che tra qualche mese, con l’arrivo dell’anno termico, sarà destinato a far chiudere i battenti”.

Per limitare i danni, paradossalmente, le aziende hanno deciso questa estate, nonostante l’alta richiesta, di “non spingere le vendite – continua D’Amico – niente offerte e promozioni e produzione controllata. Questo però non ci ha evitato di licenziare qualche maestranza e temiamo che servano ulteriori tagli nei prossimi mesi”.

Il problema non è solo dell’impresa, ma coinvolge tutto il sistema della biodiversità: “Con le nostre attività noi garantiamo la tutela delle biodiversità – spiega Fausto Ruscitti, proprietario di Terrantica di Raiano – la nostra crisi si riversa sulla crisi di tutto il settore di filiera e non. Servono interventi coraggiosi e di sostanza, la politica non può far finta di niente. Siamo un settore ad alto rischio in questa crisi energetica”.

10 Commenti su "Mozzarella appassita: il “suicidio silenzioso” dell’industria casearia"

  1. Se tali aziende avessero provveduto all’installazione di impianti fotovoltaici come altre imprese energivore hanno fatto negli addietro sfruttando bandi statali e regionali, a quest’ora non staremo parlando di questo. Ora cosa si pretende?

  2. Per lungimiranza | 25 Settembre 2022 at 13:41 | Rispondi

    L’imprenditore è impegnato a districarsi tra commercialisti, consulenti del lavoro , avvocati ,burocrazia a mille , oltre la normale attenzione alla propria attività di impresa .
    Facile a parlare !!!!!!
    Fare impresa in Italia è pura follia !

  3. Tutti questi signori che si ergono a giudici per dire cosa doveva fare un imprenditore e cosa non ha fatto è la mamcanza assoluta di conoscenza delle quotidiane problematiche di un azienda.

  4. La palla dì vetro non ce l’ha nessuno un impianto solare non costava poco anni addietro e parlare dopo che sono succe le cose si diventa genei

    • Transizione ecologica | 26 Settembre 2022 at 06:04 | Rispondi

      Era un investimento che si ripagava in circa 6 anni. Oggi con il PUN alle stelle e la materia energia a 0,60 euro per kilowattora l’investimento si ripaga ancora prima.

  5. Sono cittadina ma figlia di agricoltori e nipote di casari. Conosco le problematiche dei piccoli produttori e artigiani, a differenza di chi si erge a giudice senza avere mai visto una mucca in stalla.

    • Sul sito della Regione Abruzzo ci sono diversi bandi per il settore agricolo. Misura M06 intervento 6.1.1
      Sempre per il settore agricolo c’è il bando agrivoltaico per l’accesso alle rinnovabili. Le risorse ci sono

  6. Sì. Bisogna investire in efficienza energetica. Cogeneratori? Trigeneratori? Sistemi di recupero del calore disperso? Solare? Idrogeno? Etc..Usare la propria conoscenza dei processi e la competenza di tecnici qualificati. Non ci sono altre strade.

  7. Ma che volete sapè? | 2 Ottobre 2022 at 16:17 | Rispondi

    Anche per i bandi occorre liquidità disponibile. Dopo tre anni di economia sottozero è veramente difficile trovare aziende con disponibilità di liquidità. In genere i bandi coprono circa il 40% dell’investimento (esclusa l’IVA). Quindi l’imprenditore per un impianto aziendale deve sborsare il 60% + l’IVA totale del 100% dell’investimento. Non è così semplice come appare accedere ai bandi.

    • Conoscete il termine ammortamento? L’intero importo te lo porti in deduzione generando meno tasse da pagare detto in parole povere.
      SI parla di economia sottozero ma i weekend i ristoranti sono sempre pieni, sempre i fine settimana i treni storici sono pieni ed i prezzi non sono proprio da discount. Il traffico veicolare è alle stelle

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