Muore a 58 anni dopo una colonscopia

E’ morto questa mattina all’ospedale di Pescara a seguito delle complicanze seguite ad un semplicissimo intervento eseguito all’ospedale di Popoli. Maurizio Corazzini, noto esercente di via Dorrucci dove gestiva una macelleria, avrebbe compiuto cinquantanove anni il prossimo 17 dicembre. Lunedì si era recato all’ospedale di Popoli per eseguire una colonscopia e per rimuovere un piccolo polipo che si era formato sull’intestino. Un’operazione di routine, insomma, nel corso della quale, però, qualcosa è andata probabilmente storta.


L’uomo dimesso in giornata è tornato infatti a Sulmona, ma già nel pomeriggio ha cominciato ad accusare forti dolori addominali e un ingrossamento di una gamba.
Per questo nel tardo pomeriggio è tornato al pronto soccorso di Popoli che, dopo un controllo, ha deciso di trasferirlo all’ospedale di Pescara.
Le sue condizioni non sono però migliorate e ieri sera i medici hanno deciso di sottoporlo ad un nuovo intervento chirurgico, che, però, Corazzini non è riuscito a superare.
La diagnosi è morte per setticemia, un’infezione dovuta cioè probabilmente a seguito dell’intervento subito a Popoli.
Sul caso al momento non c’è stata alcuna segnalazione alle autorità giudiziarie da parte del medico di reparto, né da parte della famiglia; per questo la salma è stata restituita alla famiglia che ha già fissato i funerali per domani alle ore 15 nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice.
Corazzini, molto noto in città e conosciuto come persona gentile e disponibile, lascia la moglie e tre figli, il più piccolo dei quali di appena quattro anni.

1 Commento su "Muore a 58 anni dopo una colonscopia"

  1. Modesto medicus. | 20 Novembre 2019 at 19:20 | Rispondi

    Non si può morire in seguito a complicanze per colonscopia. Non riesco a capire cosa sia successo in realtà.Una perforazione del colon per improvvida introduzione del colonscopio? Secondo me andava fatta una autopsia per stabilire le cause della morte. Questo fa capire ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che un ospedale o lo doti di professionisti capaci ed in numero tale da assicurarne una efficace funzionalità o li chiudi,trasformandoli in ospice, come dire cronicari. Un ospedale deve possedere tutte le potenzialità di intervento in tutta sicurezza o lo chiudi. Ed il discorso vale soprattutto per Popoli, Sulmona,Castel di Sangro. O li rendi ospedali a tutti gli effetti, o li chiudi. Come sono ridotti ora, non va. Tertium non datur. La vita è una sola ed è preziosa, non si può morire per una improvvida colonscopia(almeno così pare dalla cronaca). Non succede nemmeno negli ospedali del Burundi.

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