Muore l’ex primario nella “sua” Rianimazione. Era positivo al Covid

Un altro lutto colpisce la Valle Peligna, battuto dal Covid anche se con patologie pregresse, si è spento questa sera all’ospedale di Sulmona, il suo ospedale, il dottor Giancarlo Cipriani, settantadue anni ex primario facente funzione di Anestesia e Rianimazione all’ospedale Annunziata.

Cipriani era ricoverato nel reparto Rianimazione dell’Annunziata dopo essere risultato positivo al virus, probabilmente preso durante la sua permanenza all’ospedale di Pescara dove era stato ricoverato per altre ragioni.

Il virus ha verosimilmente influito molto sulle sue condizioni di salute già precarie, nonostante i suoi colleghi abbiano tentato in tutti modi poi salvarlo, anche somministrandogli il plasma iperimmune. Per lui, però, non c’è stato nulla da fare.

Cipriani era stato a lungo il primario facente funzione del reparto di Anestesia e Rianimazione dopo il pensionamento di Gianvincenzo D’Andrea e con questo ruolo era rimasto fino alla sua pensione qualche anno fa.

Una persona dinamica e alla mano, amante dello sci, della montagna, della natura, della bici e molto socievole, che tutti in ospedale ricordano con affetto.

I funerali si terranno lunedì ore 15 nella chiesa di Santa Maria della Tomba. La camera ardente sarà allestita nella Casa funeraria Clainedo-Salutari da domani dalle 9 alle 19.

1 Commento su "Muore l’ex primario nella “sua” Rianimazione. Era positivo al Covid"

  1. Ho appreso della morte di Giancarlo dai giornali. Fummo colleghi all’ospedale di Popoli dove lui era di ruolo in anestesia e rianimazione, mentre io in medicina-cardiologia. Poi lui emigrò all’ospedale di Sulmona, mentre io andavo in pensione. A Sulmona mi capitava spesso di vederlo, il caso voleva l’incontro sul ponte Capograssi, mentre si procedeva in direzioni avverse. Inutile dire che il vedersi ogni tanto era motivo di gioia , tra veri amici che fummo. Ora anche lui se ne è andato, colpito da Covid come il mio povero fratello Ezio. anch’egli apprezzato pediatra in Popoli. Giancarlo, l’ultima volta che l’ho visto a Sulmona, debbo confessare che non lo avevo riconosciuto, fu lui a chiamarmi e farsi riconoscere. Sono Cipriani, non mi riconosci? Era dimagrito moltissimo, irriconoscibile. Che ti succede, Giancà. Sto lottando, mi disse…E forse per questa lotta si era recato a Pescara , nel cui ospedale c’è il reparto per la sua patologia. E là, nelle sue precarie condizioni ed immunodepresso, si sarà beccato il virus, che lo ha portato alla fossa. Terapie protocollate ed inutili: cortisone ed eparina, una fetecchia terapeutica. Sono stati finalmente sdoganati gli anticorpi specifici realizzati a Latina da una farmaceutica , per gli americani. Funzionano e come se funzionano. Bisognerebbe che ogni ospedale in cui si tratta il Covid( non dico si cura)se ne procurasse una buona dotazione, in modo da fare qualcosa di concreto, di CAUSALE, in questa malattia infettiva di natura virale. Dal sito leggo che è morta una donna di 61 anni ed è triste sopportare una notizia simili fatta di dolori e pianto. Comunque siamo in gravoso ritardo e non abbiamo uomini, capaci di guidarci nell’affrontare questa pandemia. Chissà quando ne usciremo fuori di questo passo? Non ci salverà di certo il protocollo terapeutico, che io considero né più né meno alla stregua di un cataplasma di semi di lino. Una fetecchia.

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