In realtà, come già detto da Il Germe, una vera e propria costrizione sugli orari a Sulmona non c’è e non c’è mai stata, se si esclude, paradossalmente, proprio quella imposta dall’ordinanza firmata ora dal sindaco Casini.
L’assenza di un Piano acustico a Sulmona, nonostante una legge regionale di cinque anni fa che obbliga i Comuni ad approvarlo, ha demandato infatti finora alle singole richieste di autorizzazione gli orari di chiusura. La mezzanotte, come spiegato, è stato insomma finora un orario di prassi, non vincolato da nessun obbligo di legge e normativa. Né locale, né regionale.

“Non c’è nessuna legge e norma che obbliga a chiudere la musica ad un orario definito – conferma il dirigente regionale Antonio Sorgi – la legge sui Piani acustici che i Comuni dovrebbero attuare riguarda la regolamentazione con zonizzazione dei rumori, che è cosa diversa e molto più complessa della fissazione di orari per le feste e gli eventi straordinari, la cui regolamentazione, grazie ai Piani acustici, deve essere fatta dai Comuni”.
Le tabelle allegate alla delibera regionale che dava il via alla legge del 2012, insomma, “sono del tutto indicative e non vincolanti. Ogni Comune si regola in base alle proprie esigenze urbanistiche e di programmazione culturale e dovrebbe farlo basandosi su uno studio specifico che correda il Piano acustico”.
Tanto rumore per nulla, è il caso di dire.
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