Né bus, né taxi: la corsa ad ostacoli di una disabile nella città non inclusiva

Quella di giovedì scorso è stata una vera odissea per un cinquantenne di Pescara e la sua anziana madre ottantenne, costretta sulla sedia a rotelle. I due erano arrivati in città con il treno per poter acquistare un furgoncino, ma il tragitto dalla stazione di Sulmona al nucleo industriale è stato un inferno.

I due, infatti, hanno vanamente atteso il passaggio del pullman che, quanto meno, li avrebbe lasciati a pochi metri dalla concessionaria. Purtroppo ad accogliere madre e figlio non c’è stato alcun mezzo, e pure se fosse passato non è detto che sarebbe stato in grado di far salire la signora disabile. Infatti, dei 9 bus in uso ad oggi al Comune di Sulmona, solamente 2 (i più recenti) hanno la pedana elevatrice per permettere l’accesso a bordo delle persone non in grado di deambulare. Inoltre non sempre circolano su strada, ma spesso intervengono solo su espressa richiesta dell’utenza con largo anticipo.

Un buco nell’acqua anche il tentativo di contattare il servizio taxi, praticamente irraggiungibile nonostante le decine di telefonate. A quel punto l’uomo non ha trovato altra soluzione che raggiungere a piedi la concessionaria, portando la madre in carrozzina per oltre 2 chilometri e mezzo, con la salita di viale della stazione annessa (con il navigatore che gli ha indicato anche il percorso più lungo). Il problema è sorto nuovamente al ritorno dal concessionario, quando diperati i due hanno optato per l’autostop. Solo la disponibilità dei dipendenti dell’azienda, che avevano notato la cosa, ha permesso ai due di tornare alla stazione di Sulmona in macchina.

L’immagine che ne deriva è di una citta non inclusiva, non pronta all’accoglienza del turista, o di chi vi transita non necessariamente per visitare il centro storico. Una Sulmona non a misura di tutti, specie delle categorie più fragili. “Anche noi abbiamo il problema del trasporto – ci spiega Emanuela Pasquali di Anfass Sulmona -. La nostra sede si trova vicino alla stazione, e per muoverci con i ragazzi attraverso i mezzi dobbiamo vedere se sono muniti di piattaforma elevatrice, altrimenti dobbiamo rinunciare”.

Le barriere architettoniche non si fermano alla sola mobilità. Basti pensare che l’ufficio turistico sulmonese si trova in cima alle scale dell’Annunziata, così come il Museo dell’intero complesso. Praticamente inaccessibili. Vero è che una persona costretta alla carrozzina può accedere da un’entrata secondaria sul retro, ma non può proseguire la visita della struttura, poiché a collegare il pianterreno con quello superiore vi sono solo le scale interne.

Discorso simile vale per il Museo diocesano di Santa Chiara, accessibile solo dal retro. Capita peggio ai camperisti che trasportano persone in carrozzina. Infatti, nell’attuale area camper che sorge all’ombra di Porta Japasseri, l’ascensore per arrivare nel centro storico non è più funzionante (o meglio non ancora, visto che di fatto non lo è mai stato). Per arrivare in cima a via Turati non c’è altra strada se non la scalinata adiacente all’elevatore. E per fortuna che alle porte di Sulmona, sotto la segnaletica che annuncia l’ingresso nel capoluogo peligno, vi è apposto un cartello con scritto “Comune amico del turismo itinerante”.

Ultima (si fa per dire) barriera architettonica, ma non per importanza, è quella all’interno del municipio di Sulmona. Le persone con problemi di deambulazione, infatti, possono accedere solo agli uffici comunali a pianterreno, poiché l’ascensore interno non è abbastanza capiente per il trasporto delle carrozzine. Lo stesso problema c’è anche nella sede distaccata dell’ex caserma Pace.

“C’è poca sensibilità sul tema – continua Emanuela Pasquali – Ad esempio la nuova villetta di Piazza del Carmine, fatta pochi anni fa, ha un solo scivolo per le carrozzine e per di più è adiacente alla ripida scalinata dell’acquedotto. Anche sul ponte Capograssi c’è un solo scivolo, lato fontanella, ed è assente sul lato edicola. Questo denota la poca attenzione nei confronti di alcuni cittadini e turisti. Ricordiamo che da alcuni anni viene assegnata anche la bandiera viola per premiare l’accessibilità alla città senza barriere architettoniche”.

Sarà questo il primo gradino da scalare, nel vero senso della parola, per chi vuol ospitare i 300.000 annuali previsti o meglio immaginati in città. Costruire scivoli per evitare altri scivoloni.

8 Commenti su "Né bus, né taxi: la corsa ad ostacoli di una disabile nella città non inclusiva"

  1. AFRICA

  2. Verissimo. E sul discorso tassisti stendiamo un velo pietoso. Gli ospiti del mio b&b mi implorano con mesi di anticipo di aiutarli a trovare un passaggio dalla stazione al centro perché ancora “traumatizzati” dal loro totale e inspiegabile assenteismo. Potrei riferire decine di casi di questo tipo, e ogni gestore in città lo sa benissimo che non si può assolutamente fare riferimento ai due titolari della città. Aspetto una smentita, che ci provassero a dire il contrario, posso citare decine di casi in cui non hanno voluto lavorare, non hanno risposto al telefono, e persino non si sono presentati all’appuntamento precedentemente confermato con i loro stessi clienti. Una vergogna.

  3. Lupus in fabula | 4 Settembre 2021 at 07:49 | Rispondi

    …Sulmona l’hanno governata tutti gli schieramenti politici che in quanto a chiacchiere e “Faremo” sono tutti primi della classe…poi i fatti dimostrano e “certificano“ una realtà ben diversa: una città che è rimasta indietro.
    Fabbriche chiuse e disoccupazione, i giovani che vanno via e un declino inarrestabile soprattutto per l’incapacità della classe politica. Però parlano, parlano e parlano… e minacciano di querela chi liberamente, civilmente e con buon costume si permette di confutare le loro tesi.
    Forse anche per questo, in maggioranza, i cittadini fanno il tifo per la chiusura del Tribunale di Sulmona…
    “Homo homini lupus” ( Plauto docet)…

  4. Viale della stazione è la fotografia di una città decadente. Pure un normodotato ha difficoltà a percorrerlo per raggiungere la stazione e viceversa. Alberi, parapetti fuori norma, auto perennemente su marciapiedi lato morrone, illuminazione pubblica a macchie di leopardo causa mancata manutenzione degli alberi. E devi sperare che non ti cada qualche ramo in testa!!! Un bel biglietto da visita per la città

  5. Si è persa ogni sensibilità verso i più deboli si e’ perso il senso del rispetto per chi non ce la fa ‘ !
    Ormai si sbandierano ai 4 venti come fossero opere bibliche e pie dei semplici lavori solo per fare campagna elettorale !

  6. Sono appena rientrato in Italia dopo un po’di giorni passati a Sulmona. Mi associo al giudizio precedente che definisce, Sulmona, Africa… Per avete in formazioni una odissea: parzia li, contrastanti… Una indolen za irritante diffusa

  7. Che Dio T'assista | 4 Settembre 2021 at 16:39 | Rispondi

    Prendo il taxi a Bologna da piazza del Nettuno, avendo parcheggiato obbligatoriamente fuori le mura.. tot. € 5… Prendo il taxi dalla stazione ( quando c’erano ) di Sulmona per tornare alla zona Peep tot. € 5… Peccato che il chilometraggio non fosse lo stesso…

  8. francescovalentini1935 | 5 Settembre 2021 at 17:11 | Rispondi

    A proposito di servizio pubblico inesistente a Sulmona nessuno ha il coraggio di dire che il disservzio e’ iniziato quando il servizio urbano e’ stato dislocato all’esterno con fermate che conoscono solo gli addetti al lavoro:un turista ti chiede dove puo’ prendere l’autobus (che “urbano” piu’ non e’ essendogli precluso Corso Ovidio che resta la direttrice per lo Scalo FS) e tu,Sulmonese da una vita,non sai che rispondere:citta’ turistica da barzelletta.Mi ricordo da giovane le polemiche contro la gestione privata del servizio urbano e le lotte per renderlo comunale:cosa fatta:ma allora il servizio “funzionava con la pioggia e con il sole”.E non abbiamo piu’ nemmeno un servizio taxi:le piazze Carmine e XX settembre esponevano,in bella mostra,autovetture in attesa,oltre quelle sul.piazzale Stazione.Oggi abbiamo minibus non inquinanti:rimettiamoli sul Corso se non altro per rendere coerente il detto “servizio urbano” ,extraurbano da anni.

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