
Cosa c’è nel buco di Noce Mattei? Quale macigno si nasconde nella discarica? A poco più di un mese e mezzo dall’apertura del processo al tribunale di Sulmona che vede indagati gli ex vertici di Cogesa, Il Germe propone nell’inchiesta del suo trimestrale in uscita a partire da oggi in edicola (a distribuzione gratuita) un viaggio tra le carte e i rifiuti della discarica che puzza. Un dossier frutto delle indagini dei carabinieri del Noe e della polizia stradale che hanno portato a scoprire molte criticità di gestione della discarica in passato e, soprattutto, aprono interrogativi inquietanti rimasti irrisolti. Siamo andati a vedere chi e con quali precedenti penali scaricava ai piedi del Morrone: tra camion con formulari sballati, pesi differenti da quanto dichiarato, a volte di dubbia e incerta provenienza, che hanno movimentato in piena notte rifiuti talquale. Un sistema di gestione, quella passata, ritenuta insufficiente e deficitaria dagli inquirenti e che potrebbe aver compromesso la salute dei residenti, oltre al loro olfatto.
L’intervista di Valerio Di Fonso è invece dedicata al fenomeno editoriale di Neo edizioni, una piccola ma prestigiosa casa editrice di Castel di Sangro che anche quest’anno si batterà sul palco del Premio Strega: un esempio di come la provincia non sia necessariamente la periferia.
La stagione 2023 riprende poi l’interessante viaggio tra “Terra e mestieri”: alla ricerca di esempi e di scelte di vita che hanno coniugato le radici con il lavoro. In questo numero Savino Monterisi e Andrea Calvano sono andati fino a Villa San Sebastiano (frazione di Tagliacozzo), dove la “Lievitazione è lenta”: una comunità guidata da una chef nazionale che mette le mani in pasta per la panificazione. Un progetto sociale, prima che culinario.
E poi, ancora, uno sguardo sull’inganno della sanità, la vignetta di Maurizio Longobardi e le rubriche del “Chi va” e “Chi viene”: la prima dedicata all’occasione mancata della Capitale della Cultura, la seconda al fenomeno del treno storico o dei Parchi, che ha reso rigoglioso quel ramo che fino a qualche anno fa era stato definito “secco”.
… “ Siamo andati a vedere chi e con quali precedenti penali scaricava ai piedi del Morrone: tra camion con formulari sballati, pesi differenti da quanto dichiarato, a volte di dubbia e incerta provenienza, che hanno movimentato in piena notte rifiuti talquale“…
E allora perché non chiamare con nome e cognome il “ DOMINUS “ della discarica di Noce Mattei?
Chi ha avuto le responsabilità operative ben rimunerate… a prescindere dalle nomine politiche succedutesi nei vari anni alla guida della partecipata?
Forse non era il primo che doveva controllare, vigilare e stroncare sul nascere ogni possibile abuso in virtù del pubblico interesse che la società Cogesa ha l’obbligo di perseguire al di là e prima di ogni interesse economico?
Chi ha disposto e firmato… dispone e firma… gli ordini di Servizio all’interno del Cogesa?
O forse le responsabilità sono “ dell’ addetto “ al controllo dei formulari, pesa e registrazione della tipologia e provenienza dei rifiuti al Cancello di ingresso della società?
Ninco Nanco! Condivido appieno.
condivido con Ninco Nanco, ma chi è il direttore generale ? si può sapere il nome di chi ha traghettato la società per l’ultimo decennio?
Sempre a sputare veleno senza sapere! Si sparla a vanvera. Il direttore generale con pieni poteri non c’è mai stato. Aspettiamo il lavoro della magistratura. La calunnia… è un venticello!