Nel cul-de-sac di Babbo Natale

Nel cul-de-sac di Babbo Natale ci è finita con entrambi i piedi, perché le dimissioni di plastica (non firmate davanti al segretario generale, né davanti ad un notaio) che ieri la sindaca di Sulmona Annamaria Casini ha annunciato e sottoscritto con una diretta Facebook, non offrono vie d’uscita politicamente dignitose.
Delle due l’una: o sono finte e confezionate anche male come un giocattolo cinese (cosa probabile) o a partire da martedì (quando dovrebbero essere formalizzate) daranno via ad un conto alla rovescia di venti giorni durante i quali sarà molto difficile, improbabile ovvero impossibile, che le cause che l’hanno spinta a firmarle (ovvero l’autorizzazione alla centrale Snam) vengano rimosse.
E insomma non è che, come accaduto appena qualche mese fa con gli incendi, basteranno un paio di elicotteri in soccorso per alzare le braccia in segno di vittoria; tanto più che tra qualche ora con lo scioglimento delle Camere non ci saranno neanche più interlocutori con cui aprire il confronto o a cui battere cassa.
E allora quel pezzo di carta, che per il momento, giuridicamente, resta tale, rischia di trasformarsi nell’ennesimo scivolone politico della sindaca a digiuno di politica.
Lo stesso invito rivolto ai colleghi a fare un gesto altrettanto forte, d’altronde, è andato a vuoto, persino tra quei sindaci a lei molto vicini che, al massimo, come quelli lontani (come la Di Nino), si sono limitati ad esprimere solidarietà e a chiederle di tornare sui suoi passi.
Forse chissà, Annamaria Casini, puntava a questo: a farsi pregare di restare in sella, cioè, prima che venisse travolta dalla rabbia popolare e da quella politica, prima di diventare il capro espiatorio di una vicenda di cui, oggettivamente, non ha molta colpa. Se non per l’interposta persona dei suoi “superiori” che, con la classica dose di ipocrisia, si sono affrettati a dire che loro non c’entrano niente, che per carità la centrale proprio non la vogliono, che insomma pur essendo del loro partito chi ne ha firmato l’autorizzazione, loro, da D’Alfonso a Rapino, non contano nulla. Certificato.
Se però la Casini fa sul serio, se dovesse portare fino in fondo il suo gesto, in uno scatto di dignità e orgoglio, poi, potrebbe essere persino peggio: la battaglia che il territorio si appresta ad affrontare nel tentativo disperato di fermare quest’opera ormai autorizzata (e che condanna non solo Case Pente, ma tutta la Valle Peligna alla marginalità economica e geopolitica), non sarà certo agevolata dal nemico in casa, ossia da un commissario che sarà inviato dallo stesso apparato burocratico governativo che ha perpetrato una violenta sveltina al territorio autorizzando il mostro di Snam.
Intanto, comunque vada, uno scivolone politico grave lo ha già fatto, scegliendo di accettare il consiglio forse da qualche spin doctor che guarda troppi film americani e dando le dimissioni via Facebook. Un gesto istituzionalmente forte, fatto fuori dal contesto istituzionale e senza avvertire né gli altri sindaci, né la sua maggioranza. La fascia come fosse un orpello delle feste, un giocattolo trovato nel cul-de-sac di Babbo Natale.

1 Commento su "Nel cul-de-sac di Babbo Natale"

  1. augusto sabatini | 24 Dicembre 2017 at 18:58 | Rispondi

    Il gande manovratore ha colpito ancora:avremo incambio il tribunale.L’ospedale ormai è defunto.

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