No Snam, il questore vieta di piantare alberi

Sono arrivati perfino i reparti della Celere da Senigallia, non in assetto antisommossa, ma certo pronti ad intervenire nel caso quella manciata di “rivoluzionari” si fosse permessa di… piantare degli alberi. Non mine antiuomo, ma alberelli di pesco, pero, melo, albicocca e susine. Una scena imbarazzante almeno quanto l’ordinanza emessa dal questore dell’Aquila Orazio D’Anna che questa mattina ha impedito al Comitato No Hub del Gas di invadere i terreni della Snam su cui dovrà sorgere la centrale di compressione.


Gli attivisti volevano fare un’azione dimostrativa che, secondo il questore, avrebbe potuto “determinare ripercussioni sull’ordine e la sicurezza pubblica”, perché “l’accesso a un’area di proprietà privata senza il dimostrato consenso dell’avente diritto, nonché la modifica dello stato dei luoghi in essere – si legge nel provvedimento – comporterebbe conseguenti violazioni di legge”.
Non solo, il questore è andato oltre, prescrivendo, pena la violazione dell’articolo 650 del codice penale (inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità), “che l’iniziativa si svolga nello stesso giorno e nello stesso orario in Sulmona, nel piazzale antistante il cimitero cittadino, in forma di presidio fisso”. E insomma, stando all’interpretazione alla lettera, i No Snam avrebbero dovuto trivellare il piazzale del cimitero e piantare lì gli alberi.


Alla fine gli ambientalisti hanno desistito, annunciando al contempo un ricorso al prefetto e forse al Tar, “perché – ha spiegato Mario Pizzola – siamo di fronte ad un eccesso di potere e alla violazione dei diritti dei cittadini di riunirsi liberamente in luogo privato. Tanto più, è qui è l’assurdo, che il questore avrebbe potuto vietarci di piantare gli alberi se la Snam avesse fatto una querela di parte, cosa che non ci risulta”.
L’incursione “terroristica” la questura ha tentato di fermarla in più modi, prima convocando gli organizzatori dell’assalto verde e poi chiedendo l’intercessione del sindaco Annamaria Casini, che si è pure prestata; fino a emettere l’ordinanza di divieto.


I ragazzi del Friday for Future hanno proposto di invitare a Case Pente Greta Thumberg, perché poi la battaglia contro la centrale e il metanodotto risponde alla linea della difesa del pianeta che anche il presidente dell’Unione Europea, Ursula Von Der Leyen, ha in qualche modo sposato, ponendo l’obiettivo di abbandonare completamente la produzione di energia da fonti fossili entro il 2050 e di dimezzarla entro il 2030.
“Questa centrale e questo gasdotto – ha concluso Pizzola – non hanno più senso e noi difenderemo il nostro territorio fino alla fine”.

Sul posto è arrivata anche la senatrice Cinquestelle Gabriella Di Girolamo che si è fatta consegnare l’ordinanza e che ha annunciato, previa valutazione della vicenda, di proporre in Parlamento una interrogazione in merito.

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