Non arrivano i vaccini e il motore gira a vuoto. Oggi 2 casi e 2 classi fuori dalla quarantena

Alle 13,30 la pausa pranzo al centro vaccinale Ezio Ricci di Pratola Peligna è molto rilassata: non ci sono file di cittadini in attesa e anzi quelli previsti nel pomeriggio sono stati quasi tutti anticipati. Gli operatori si sono portati avanti con il lavoro che tanto, oggi, c’era poco e niente da fare. Che a guardarlo così il centro vaccinale, quello di Pratola, come quello di Sulmona, non sembra proprio di essere nel mezzo di una crisi sanitaria.

 Le ottocento dosi di Moderna previste per tutta la provincia, infatti, non sono arrivate e a Pratola, come a Sulmona, centinaia di cittadini che erano prenotati per la seconda dose sono stati rispediti a casa ovvero contattati con sms o e-mail a non presentarsi proprio. Un centinaio in particolare a Pratola, dove oggi sono state somministrate una trentina di dosi di AstraZeneca e qualche unità di Pfizer, e 121 a Sulmona che ha di fatto dimezzato le previste inoculazioni. L’appuntamento è stato spostato al 14 maggio. La volta buona, si spera.

La macchina burocratica, è soprattutto quella, a non funzionare: i vaccini che non arrivano, le prenotazioni doppie che si accavallano tra quelle fatte alla Asl e quelle delle Poste, le liste incomplete e le consegne in ritardo.

Dopo mesi di inutilizzazione, finalmente, oggi è stato attivato il frigorifero per il Pfizer all’ospedale di Sulmona: servirà ad evitare, almeno, che le sedute di vaccinazione la mattina partano con ore di ritardo in attesa cioè che arrivi il carico dall’Aquila o da Avezzano, perché Sulmona ad oggi non è ancora un centro deposito. Finora il superfrigo da meno ottanta gradi, è rimasto inutilizzato perché, secondo la Asl, non era controllato a vista (armata) e si temevano possibili furti. Dopo i ritardi e le proteste è arrivato così il compromesso all’italiana: poco più di un centinaio di dosi di Pfizer potranno essere conservate a Sulmona, quel tanto che basta per partire in orario la mattina ed evitare eventuali grosse perdite per furto. Che certo oggi il vaccino americano vale più dell’oro. Mica come AstraZeneca che la gente continua a rifiutare: la media dei no è di circa il 40% a seduta: questa mattina ad esempio a Sulmona sulle 42 programmate (oltre a ulteriori 71 nel pomeriggio), se ne sono fatte solo 25.

Sprecato, però, non va il vaccino; perché nonostante la circolare della Asl, a fine giornata i panchinari vengono comunque vaccinati, seguendo un ordine di priorità (patologie ed età), ma senza badare alle raccomandazioni riservate agli over 60.

Che tanto presto si dovranno per forza di cose “aprire le gabbie”, estendendo cioè il vaccino a tutti e senza più fasce, che sia AstraZeneca o altro. Il commissario Figliuolo ha annunciato 50 milioni di dosi entro la fine di maggio e certo non si può procedere a bocconi da qualche centinaio.

Il servizio di prevenzione si dice pronto, anche a costo di vaccinare negli stadi, nelle chiese, nei piazzali dei supermercati: “Potremmo arrivare anche a 4mila vaccini al giorno in Centro Abruzzo – spiega il responsabile Luigi Scancella – se ci dessero i vaccini”.

In attesa dell’exploit, intanto, la curva epidemiologica continua a tenere sul territorio: oggi solo 2 contagi (la solita tregua del martedì), per due donne di Sulmona di 43 e 78 anni. Nessuna delle due tracciate, ma i numeri, per il momento, restano bassi. Escono dalla quarantena intanto altre 2 classi (una quinta del Linguistico e una dell’Itis) delle 6 che erano in sorveglianza, senza che il virus si sia propagato tra i banchi. E anche questa è una buona notizia.

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