Una faccenda che va avanti da tempo ormai. Anni passati tra tempi morti, carte e rimpalli senza trovare una quadra. Tutto nasce dall’esigenza di individuare un direttore che sostituisse Oremo Di Nino, “prestato” all’ente dal Parco regionale Sirente Velino per un periodo limitato che poi è andato oltre, fino al pensionamento dello scorso anno.
Nel 2012, comunque, qualcosa era stato fatto. Erano state avviate le procedure per la selezione di una nuova figura regolarmente svoltasi e che ha portato alla formazione di un elenco di papabili. Tutto è andato per le lunghe, poi, rasentando l’oblio fino a quando a dare una scossa è arrivato il Tar Abruzzo al quale, nel frattempo, si era rivolto uno dei concorrenti.
E’ così che il giudice amministrativo ha sollecitato l’Ente a proseguire esortandolo ad inviare al ministero la famosa
Fatto sta che tra i nominativi successivamente inviati (Carlo Bifolco, Dario Febbo e Vitantonio Martino) non ce n’è stato uno effettivamente applicabile (chi ormai in pensione, chi dirigente altrove). Così il ministero è di nuovo intervenuto chiedendo altri tre nomi, da pescare sempre nello stesso elenco, perché “la terna espressa dal Consiglio direttivo dell’Ente Parco non permette al Ministro di compiere una piena ed effettiva scelta tra una rosa di tre candidati validi”.
Scelta non condivisa e contestualmente annullata dal ministero. Intrapresa la via del Tar, non è difficile ipotizzare ancora tempi lunghi fermo restando che, al momento, vacante è anche la poltrona di presidente.
Simona Pace
Commissariale il Parco. Eliminare tutti gli incapaci che ci stanno e nominare persone comoetenti