
Fernando, Pasquale e Vittoria, duecentosettanta anni in tre, e che dio li benedica speriamo altri cento di questi giorni in salute e serenità nel tranquillo focolare domestico. Non sono nomi e numeri presi a caso, bensì sono i tre scannesi che negli ultimi quattro giorni hanno festeggiato i propri compleanni. Hanno tagliato rispettivamente i traguardi delle 80, 90 e 100 primavere. Fernando Bolea nasceva nei giorni dell’incursione giapponese nell’Oceano Indiano. Pasquale Giansante ha visto la luce insieme alla Settimana Enigmistica e alla prima pellicola technicolor; mentre Vittoria Mastrogiovanni, celebrata anche dal sindaco di Scanno lo scorso 10 aprile, festeggia un secolo di vita insieme al Parco Nazionale Gran Paradiso.
Storie bellissime, e ad avercene di testimonianze viventi così longeve del tempo che fu, di quel passato che a volte può essere scovato solo attraverso il racconto e non trova spazio tra le pagine della storiografia. L’altra faccia della medaglia, però, racconta di un Abruzzo sempre più anziano. Fernando, Pasquale e Vittoria sono la storia di una regione, ma allo stesso tempo il pretesto per riflettere sui dati, più aridi e altrettanto freddi, lontani dalle belle favole che ci coinvolgono e, spesso, ci allontanano dalla realtà.
L’Abruzzo invecchia in maniera allarmante. L’età media della regione, negli ultimi vent’anni, è passata da 42,5 anni del 2002 a 46,8 del 2021 e, con grande probabilità, anzi ci si potrebbe mettere la mano sul fuoco, toccherà quota 47 quest’anno. A rendere ancor più preoccupante il trend è il fatto che esso negli ultimi quattro lustri non abbia mai visto una flessione o un tentativo di svolta, ma è andato sempre peggiorando di anno in anno. Nel 2002 la popolazione abruzzese compresa tra 0 e 14 anni era di 175.878 persone. Oggi, si è scesi di otre ventimila unità, arrivando a 156.374. Al contrario gli anziani, ovvero gli over 65, sono in costante aumento. Si è passati dai 258.481 del 2002 ai 316.711 dello scorso anno. E la popolazione che “produce”? La fetta compresa tra i 15 e i 64 anni ha avuto un picco nel 2011, con 882.650 persone, abbandonando pian piano la regione fino ad oggi, con 807.927 residenti.
Se da un lato l’indice di natalità è crollato, passando dall’8,3% del 2002 al 6,4% del 2020, dall’altro quello di mortalità è aumentato da 10,5% al 12,4%. La provincia dell’Aquila risulta la più anziana, con un indice di 199,7 rispetto alla media abruzzese di 188. San Benedetto in Perillis è il Comune più anziano della provincia, seguito da Ortona dei Marsi e Villalago per quanto riguarda il territorio aquilano. Una popolazione sempre più anziana perché i giovani, senza troppi giri di parole, di opportunità in Abruzzo non ne hanno e, seppur ce ne fossero, non sarebbero abbastanza per trattenerli. Così la regione invecchia, muore e scompare. La colpa, ovviamente, non è di Fernando, Pasquale e Vittoria. Loro si stanno godendo la serena vecchiaia dopo le fatiche della vita, cullati dalla pace che solo i borghi abruzzesi possono garantire. A circondarli quelle mura antiche, che assicurano protezione, intrise di passato, che invecchiano con loro, ma scavalcate dai ragazzi per un futuro lontano da esse.
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