“Non finanziate quella strada”: 21 associazioni contro la Cinquemiglia-Scanno

Una “devastazione ambientale” la definiscono gli ambientalisti: un progetto da 750 milioni di euro per accorciare un percorso di 20 chilometri, quello che collega l’Altopiano delle Cinquemiglia con Scanno. Un no convinto e determinato quello firmato da ventuno associazioni di livello regionale e nazionale (da Italia Nostra, al Cai, dalla Soa, al Touring club) che chiedono al neo ministro Enrico Giovannini, ai sindaci del territorio, a Regione e Provincia, di cassare immediatamente la scheda dal pacchetto di quelle da finanziare con il Recovery Fund.

 Il percorso della nuova strada a due corsie partirebbe dall’ Altopiano delle Cinquemiglia per penetrare dentro la montagna Spaccata all’interno della splendida foresta demaniale di Chiarano Sparvera per inerpicarsi fino al suo crinale e con una galleria di oltre 2,4 Km passare dalla intatta Bocca di Chiarano alla sottostante Valle di Jovana. Tra l’altro il tracciato passerebbe dalla montagna Spaccata che attualmente è una forra strettissima dove a mala pena sale una mulattiera, il che richiederebbe la distruzione completa del piccolo canyon, una “perla” dell’Appennino abruzzese. Dalla valle di Jovana la strada proseguirebbe a mezza costa sul versante orografico destro della stessa, dove ora esiste una sola casa abitata, per scendere sempre sullo stesso versante in un territorio con boschi e senza alcuna strada o fabbricato fino a Scanno. A valle dell’abitato attraverso un’altra galleria seguirebbe sulla sponda orografica sinistra del Lago omonimo per raggiungere Villalago, quindi, poco a monte dell’abitato un’altra galleria e viadotti per oltre 4 km porterebbero a San Sebastiano dei Marsi per raggiungere infine Ortona dei Marsi ed un nuovo svincolo autostradale a Carrito.

“Si andrebbe cosi a sfregiare una parte consistente del paesaggio montano abruzzese ancora integro che comprende Siti di Interesse Comunitari ( SIC e ZSC ), Zone di Protezione Speciali (ZPS), aree contigue ai Parchi nazionali e Riserve naturali regionali – scrivono gli ambientalisti -. Tutte le specie animali dell’Appennino abruzzese, molte delle quali protette dalla Direttiva HABITAT della UE ne sarebbero gravemente impattate esponendo la nostra regione ad una più che sicura procedura di infrazione comunitaria”. Tra queste anche quella dell’orso, proprio nel posto in cui Amarena ha cresciuto i suoi quattro cuccioli.

I soldi, piuttosto, dicono i firmatari del documento, siano utilizzati per mettere in sicurezza le strade esistenti e per attrezzarle, in senso turistico, con piazzali di sosta e belvedere, in vista del centenario del Parco d’Abruzzo che cadrà nel 2023.

“Bisogna impedire il finanziamento – concludono – e la, seppur parziale, realizzazione”.

10 Commenti su "“Non finanziate quella strada”: 21 associazioni contro la Cinquemiglia-Scanno"

  1. Tranquilli che manco tra cent’anni si farà la strada non ci sono i soldi per rimettere in sesto l’autostrada dei parchi figurati per fare una nuova strada tra l’altro inutile..

    • Tra l’altro c’hanno messo 1 anno per fare “dei lavori” sul ponte di roccapia figuriamoci per fare una strada nuova

  2. A Sulmona sono 5 anni che non si realizzano 50 metri di conglomerato bituminoso (asfalto)

    • Tranquillo, tanto poi arriverà la ditta di turno per posare ad cazzum la fibra e il risultato è quello di trovarsi una strada crivellata di buche. Fatevi un giro su viale stazione nei pressi dell’incrocio di via zappannotte. Uno schifo di manomissione della strada e nessuno che controlla

  3. Una folllia pura, è una zona che conosco bene, di altissimo valre naturalistico, bisogna impedire questo scempio

  4. 🇮🇹 01.05.2021.
    È fondamentale mettere in sicurezza e restaurare quello che già esiste, non serve sfregiare l’ambiente e causare danni irreversibili. Una infrastruttura importante con studio di fattibilità è il traforo della Majella che collegherebbe la provincia di Chieti, Guardiagrele, San Eufemia a Majella alla Valle Peligna, non è pensabile che ne 2021,si debba uscire a Chieti scalo per poi percorrere altri 40 km per arrivare a Guardiagrele, il traforo si andrebbe a collegare alla strada statale che da Pacentro va verso Caramanico Terme. Domenico

    • Uno di sulmona cosa deve andare a fare a Guardiagrele tanto da richiedere un collegamento “diretto”? Chiedo per un amico

  5. Lupus in fabula | 2 Maggio 2021 at 08:47 | Rispondi

    Tutto condivisibile…ma che c’azzecca il laghetto Pietranzoni sulla piana di Campo Imperatore con il Gran Sasso sullo sfondo…con l’areale di Chiarano-Sparvera, Monte Greco e il laghetto di Pantaniello?
    Forse il traforo autostradale che collega l’Aquila a Teramo.

  6. bene ,tutte chiacchiere,spot pubblicitari per sudditi creduloni,i politicialtroni,loro indicati devono stupire,ognuno con una propria magica illusione,questi incapaci sono bravi solo nella narrazione di favolose fantasie,sotto gli occhi di tutti la relta’:dalle strade ferrate e fino ai sentieri delle colline dei borghi e’ tutto un degrado/incuria,punto,i NGEU funds finanziano solo progetti concreti,fattibili,realizzabili,il tutto per gli esclusivi interessi generali quali i benefici ai Cittadini piu’alle nuove generazioni: Next Generation EU,e basta con questi incapaci,incompetenti,inutili amministratori del nulla,o no?

  7. Io mi immagino invece un tunnel da 25 km Anversa a Balsorano per collegare con il casello di Pratola a quello di Cassino i due versanti italiani e , cosa più importante,non appena terminato ,al contrario dei vari pretriage da Sulmoma a Pescina, Aprirlo al traffico Senza Inaugurazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*