Non serve una scossa per una città sicura

Le premesse erano doverose ed abbastanza articolate per cui si è reso necessario dedicare un pezzo esclusivamente al progetto. Un’analisi ambiziosa che individua un metodo finalizzato alla conoscenza dello stato di salute del patrimonio edilizio della Città riservando margini di progettualità per interventi diffusi di mitigazione sismica. Si sa che Sulmona è una Città ad alto rischio e, nonostante le cicatrici del Morrone lo ricordino quotidianamente, ci si ostina a nascondere la testa sotto la sabbia per non avere contezza dello stato dell’arte. Proprio a seguito dell’ultimo tragico evento del 2016 un gruppo di tecnici locali ha deciso di provare a fare qualcosa per confrontarsi con un tema che la politica continua a rifiutare. Architetti, ingegneri, geologi, avvocati e commercialisti, dopo essersi costituiti nell’Associazione “Tecnici per Sulmona Città Sicura”, hanno così messo in gioco le proprie conoscenze per prospettare scenari di risposta ad eventi sismici. Sul metodo sviluppato il 28 Maggio sarà incentrato l’ultimo appuntamento del ciclo di webinar “I venerdì dell’Archeoclub d’Italia” celebrativo dei 50 anni della stessa Associazione.

Mappa degli aggregati strutturali da seguire per i rilievi

La prima fase dei lavori ha necessariamente richiesto un’attività di ricognizione con la condivisione degli archivi e dei progetti strutturali già eseguiti in occasione dei precedenti terremoti. A questo scopo è stato istituito grazie alla DGC n. 171 del 27/07/2017 un “gruppo archivio” con la facoltà di ricercare la documentazione necessaria presso gli uffici comunali. La mappatura dei progetti è stata quindi sovrapposta all’evoluzione del tessuto urbano che individua i rioni cittadini omogenei per epoca di costruzione, assetto urbanistico, tipologia edilizia, tecnologie costruttive. Si è scelto così di sperimentare il metodo di analisi a partire dal Borgo di Santa Maria della Tomba. 

Attività di rilievo di Primo Livello delle carenze strutturali

L’indagine si sviluppa su tre livelli di conoscenza. Un primo sopralluogo, eseguibile esclusivamente dall’esterno con un’apposita scheda rilevamento, si limita al censimento delle vulnerabilità dell’involucro perimetrale. Assenza di tiranti, orizzontamenti sfalsati, bucature non allineate sono alcune delle criticità che per prime generano la crisi delle strutture. Seguendo un’ordinata suddivisione per aggregati si è proceduto edificio per edificio alla stima di un primo valore di vulnerabilità. La speditezza dei sopralluoghi eseguibili dall’esterno, quindi su tutto il patrimonio edilizio, garantisce un risultato esteso ed una mappatura completa. Un secondo livello di conoscenza più approfondito si concentra invece anche sulle vulnerabilità interne dei fabbricati. Snellezza dei setti murari, coperture o orizzontamenti spingenti, muri in falso sono esemplari di altre criticità che hanno una diversa incidenza sul comportamento globale delle strutture. Questo è sicuramente un livello di indagine molto più impegnativo che ha bisogno di essere supportato con documenti completi, non sempre esistenti, e da sopralluoghi interni difficilmente eseguibili per lo stato di abbandono di gran parte del patrimonio edilizio. Sempre edificio per edifico è possibile dunque stimare una vulnerabilità più approfondita ottenendo però una mappatura più frammentaria ed incompleta. Alle considerazioni strutturali vanno infine affiancate quelle geologiche con un ulteriore livello di indagine incentrato sulla conoscenza del sottosuolo e delle sue caratteristiche sismiche. L’interpolazione dei dati ottenuti permette dunque la definizione di una conoscenza compiuta dello stato di salute del patrimonio edilizio su scala urbana attraverso un metodo sperimentale che non intende sostituirsi in alcun modo ai valori analitici che invece contraddistinguono le indipendenti attività professionali. 

Elaborazione dei dati ottenuti dall’interpolazione dei dati Geologici e Strutturali di Primo Livello sulle carenze dei fabbricati del Borgo di Santa Maria della Tomba. 
N.B.: Per motivi di privacy i risultati prospettati non coincidono con quelli ottenuti dai sopralluoghi ma sono il frutto di una graficizzazione rappresentativa del metodo.

Questa sarebbe una valida base di partenza per cominciare a ragionare sul futuro del centro storico e del suo rapporto con il resto della Città. L’indagine risulta strumentale per i vari livelli di pianificazione da quella generale, il PRG, o attuativa, Piani di Recupero e simili utili all’attuale scenario del Super Bonus, o quella di settore, il Piano di Protezione Civile che inevitabilmente individua aree di raccolta e vie di fuga senza però sapere se i fabbricati prospicienti le rendono fattivamente sicure. Forse ci penseranno le università, certo è che per valorizzare i territori quantomeno si dovrebbero prendere in considerazione le buone pratiche partorite dagli stessi. 

Valerio Vitucci

8 Commenti su "Non serve una scossa per una città sicura"

  1. “… le cicatrici del Morrone lo ricordino quotidianamente…” e ancora “…a seguito dell’ultimo tragico evento del 2016…”, chiedo scusa …ma cosa è successo nel 2016?

  2. credo si faccia riferimento al terremoto nelle Marche …quindi ad un terremoto vicino a noi che deve farci riflettere. Nel contesto dell’articolo non vedo errori.

  3. carlo maria Speranza | 24 Gennaio 2021 at 12:08 | Rispondi

    Quello che è stato adottato recentemente dal Consiglio Comunale, è solo nominalmente un Piano Emergenza Comunale, essendo nella sua essenza una insufficiente, acritica e stucchevole generalizzata traslitterazione delle LLGG regionali.
    Si tratta, in realtà, di una mera necessità amministrativa di rispondenza ad una prescrizione di legge senza nessuna doverosa e auspicata ricerca di caratterizzazioni prestazionali e di performance, così come normalmente richiesto ad in piano operativo….
    che manca, soprattutto, della redenzione di scenari di rischio reali a cui riferire le congrue e corrispondenti soluzioni operative di necessità.

  4. Speriamo che da noi non avvenga, anche se la memoria storica è sempre lì a ricordarcelo…che prima o poi si ripresenterà. Nel frattempo, noi tutti, diamoci una mossa a mettere in sicurezza quanti più immobili possibile.
    Ma la vedo dura, la crisi socio economica, il relativo conseguente spopolamento dei nostri territori unita ad una tassazione vergognosa e non sostenibile da redditi di mera sopravvivenza, porteranno all’abbandono di molte più case di adesso nei centri storici.

  5. Mi sembra solo un continuo bla-bla…in attesa che succeda l’irreparabile e sarà poi lo stato a prendersi cura con il contributo di tutti.Non sarebbe più serio incentivare la vendita di case abbandonate e incentivare l’acquisto(magari con la cassa d e p)da parte di giovani famiglie che si prenderanno l’onere di consolidare la propria casa?Solo così si rivaluterebbe il centro storico,il resto sono solo chiacchiere.

    • E con quali soldi la consolidi? Chi è quel pazzo che ha moneta in tasca che si va a prendere una rogna del genere? Non mi parlate del bonus 110% che ditte al massimo possono fare un condominio in 1 anno. Per il resto non hanno capienza fiscale e sopratutto uomini e mezzi

  6. Non è possibile che a distanza di 12 anni… Si fanno solo chiacchiere :
    -Una sola scuola ristrutturata
    -Sede del comune cadente
    -Centro storico pericolante
    -Ponti traballanti
    E cosa ancor più grave non c’è una programmazione
    VERGOGNATEVI

  7. Non è possibile che a distanza di 12 anni… Si fanno solo chiacchiere :
    -Una sola scuola ristrutturata
    -Sede del comune cadente
    -Centro storico pericolante
    -Ponti traballanti
    E c.
    E cosa ancor più grave non c’è una programmazione
    VERGOGNATEVI

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