Obitorio pericolante: salme nei container

Gli “inquilini” certo non potevano protestare, anche perché, ormai, pace all’anima loro, non correvano più rischi. I loro parenti, però, per sedici anni hanno rischiato a frequentare quello stabile, per quanto la visita fosse fugace e temporanea. Di fatto, però, l’obitorio del cimitero di Sulmona e il relativo ufficio (dove al contrario sono stati vivi e vegeti gli addetti per tutti questi anni) è inagibile. Non un danno da poco, ma una classificazione E, secondo scheda Aedes redatta nel lontano 2009 dopo il terremoto dell’Aquila. Da abbattere, insomma. Da vietare, soprattutto, l’ingresso.

Al Comune se ne sono accorti, o meglio ricordati, solo qualche giorno fa, quando cioè un pezzo di cartongesso si è staccato dalla parete dell’ufficio, nello stabile di fronte all’obitorio, tanto da costringere il Comune ad interdire l’ingresso e deviarlo, anche questo pericolante come i due locali che gli fanno da corollario.

Andando a verificare le carte per sistemare il crollo, si è così scoperto che non c’è nulla da aggiustare, ma solo da buttare giù e ricostruire.

Divieto di passaggio e di utilizzo che, ora, ha costretto il Comune a trovare una soluzione alternativa: nei prossimi giorni, così, saranno piazzati dei container al cimitero al posto di obitorio e uffici. Quello per gli uffici è già pronto, un po’ di più, invece, ci vorrà per la “scatola” per accogliere le salme, perché la struttura richiede porte particolari e capienti, secondo il regolamento di polizia mortuaria.

Nel frattempo, ormai da una quindicina di giorni, l’eterno riposo è stato accelerato, per così dire: con un’ordinanza, infatti, si sono derogati i tempi per la sepoltura, per cui i morti quando arrivano vanno direttamente nel loculo (per chi ce l’ha).

Prima che si torni al rituale dell’obitorio ci vorrà del tempo, insomma, che diventa preoccupantemente indefinito per il ripristino della struttura stabile e originaria, con annesso l’ingresso principale del Camposanto: lasciate ogne speranza voi ch’intrate.

3 Commenti su "Obitorio pericolante: salme nei container"

  1. Le E possono anche essere riparate, anzi è quello che si fa quando si ha a che fare con un edificio monumentale. La classificazione E vuol dire solo “l’Edificio è inagibile”. Non può essere utilizzato per la destinazione stabilita. Che sia per cause strutturali, non strutturali o geotecniche non importa in questa fase iniziale.
    La Aedes è una valutazione speditiva che nel 2009 era svolta da professionisti volontari. Su questo genere di strutture si può fare un ripristino e un recupero completo utilizzando i materiali innovativi che si usano convenzionalmente nella ricostruzione SISMA 2009 e SISMA 2016. Anche un innesco di un cinematismo di una parete porta all’inagibilità pur non essendo in stato di incipiente collasso, per il semplice motivo che non è garantito il livello di sicurezza preesistente in funzione della destinazione d’uso e basta anche una parte lontana dall’ingresso per l’esito negativo. Certo con i puntelli si possono rendere percorribili determinate aree ma resta sempre inagibile.
    Ma almeno è stato avviato l’iter procedurale per il contributo da sisma? Che si aspetta la scadenza dei termini per richiedere il contributo?

  2. Chissà se è stata riportata nella relazione di fine mandato.

  3. Brunetto R. Alatri | 24 Gennaio 2025 at 08:42 | Rispondi

    Se l’obitorio è stato dichiarato inagibile nel 2009 e finora non si è fatto niente, è chiaro che ci sono stati dei tempi morti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*