Ordine dei Giornalisti e sindacato contro Masci su caso Segre

Giornali, agenzie e in genere i mezzi dell’informazione esercitano liberamente e con voce plurale il loro dovere di cronaca e di critica, che trova fondamento in un principio costituzionale e corrispondenza nel parallelo diritto dei cittadini a essere informati. Questo basilare principio di ogni democrazia va ancora una volta ribadito a un politico intollerante verso le voci della libera stampa. Questa volta si tratta del sindaco di Pescara Carlo Masci, che replica infastidito, con un violento post sulla sua pagina Facebook, alle notizie sul suo dietrofront a proposito della concessione della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre.

Scrive il sindaco di Pescara Masci: “Dietro ai titoli e agli articoli dei giornali, dietro ai blog, dietro alle notizie di agenzie ci sono delle persone. Se questi soggetti sono odiatori seriali, sciacalli da tastiera, agitatori politici apertamente schierati, i risultati sono titoli e articoli condizionati e distorti dal loro pensiero, senza nessuna aderenza alla realtà dei fatti, tesi soltanto a denigrare chi ha un’idea diversa e ad affermare la loro posizione a dispetto della verità. Per questo motivo nessuno crede più alle notizie riportate e commentate su certi giornali, blog, agenzie. Per fortuna che oggi, con i social, si può parlare direttamente ai cittadini, saltando completamente il filtro dei media, spiegando chiaramente i propri progetti, atti, idee, così ciascuno è in grado di farsi liberamente la propria opinione. Le falsità, le cattiverie, le denigrazioni gratuite e strumentali non mi scalfiscono, mi interessano gli abbracci veri e virtuali dei cittadini che in ogni occasione mi manifestano concretamente il loro sostegno, la loro solidarietà, la loro condivisione”.

“La testimone vivente dell’orrore dei lager – scrivono Sindacato giornalisti abruzzesi e Ordine dei giornalisti d’Abruzzo – occorre ricordare al sindaco Masci, è sotto scorta perché quotidianamente oggetto di vergognose minacce proprio attraverso le piattaforme social che Masci esalta come praterie della libera manifestazione del pensiero, contrapponendole all’informazione garantita, nei mass media, da professionisti tenuti all’osservanza di regole e garanzie. È un curioso capovolgimento della realtà che malcela l’eterno riproporsi dell’insofferenza del potere e degli uomini di potere verso ogni forma di controllo sul proprio operato”.

Commenta per primo! "Ordine dei Giornalisti e sindacato contro Masci su caso Segre"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*