
Le associazioni, cinquanta in totale, chiedono il conto per Andrea Leombruni, imputato per l’uccisione dell’orsa Amarena. I sodalizi hanno chiesto di costituirsi come parte civile nell’udienza predibattimentale sulla morte del plantigrado, fucilato nella notte a cavallo tra il 31 agosto e l’1 settembre 2023, a San Benedetto dei Marsi. La richiesta è stata inoltrata questa mattina al giudice del Tribunale di Avezzano, che si è riservato sulle eccezioni preliminari.
L’udienza è stata aggiornata al prossimo 18 luglio. In quella data verrà stabilità la decisione sulle richieste pervenute. Anche la Regione Abruzzo e il Comune di Villalago, infatti, hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo. Soprattutto, si conoscerà il destino del 57enne: se andrà a giudizio o meno.
Leombruni, lo scorso dicembre, si presentò davanti al Giudice per l’udienza preliminare. Gli atti, però, ripresero la strada verso la Procura a causa di un vizio procedurale. Il reato, di competenza del giudice monocratico, era stato assegnato erroneamente al gup.
Tutto da rifare nelle aule di tribunale, mentre la perizia balistica aveva già accertato che Leombruni sparò per volontà di uccidersi, e non di difendersi.
“Abbiamo ritenuto doveroso essere presenti in aula e chiedere di costituirci parte civile in questo processo – ha dichiarato Michele Pezone, responsabile Diritti Animali di LNDC –. L’uccisione dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo che va oltre la singola vicenda: è il sintomo di una cultura ancora troppo ostile verso la fauna selvatica”.
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