
Per la delegazione di Sulmona sarà il ristorante Caldora di Pacentro ad ospitare l’iniziativa con la relazione di Rosa Giammarco e Antonio Santilli. Si riuniranno contemporaneamente, giovedì 13 febbraio, le nove delegazioni abruzzesi dell’AIC Accademia Italiana della Cucina per la giornata di studio regionale dedicata ad “una delle produzioni tipiche del territorio”.
Con il titolo Ovini: non solo arrosticini, la giornata offrirà l’occasione per “sviscerare le implicazioni gastronomiche di uno dei settori economici più iconici d’Abruzzo”, quello della produzione di carne ovina, ma con una “prospettiva ermeneutica lontana dal comune sentire”. Come sottolineano dal Coordinamento territoriale Abruzzo dell’AIC ideatore di un’iniziativa che nello stesso giorno vedrà tutte le delegazioni regionali impegnate nella riflessione sul tema, ognuna guidata da relatori di comprovata specializzazione. Ogni delegazione si riunirà in un locale diverso dove dopo il momento di riflessione ci sarà spazio per una conviviale dedicata alle carni ovine dei singoli territori.
Dal ristorante La Rupe a L’Aquila dove si riunirà la delegazione del capoluogo abruzzese accompagnata dalla relazione di Francesco Splendiani, all’Hotel ristorante Lory di Celano dove il delegato di Avezzano ha convocato accademici ed ospiti per assistere, prima della conviviale, ad un convegno con il relatore Stefano Maggi.
A riunirsi saranno anche le delegazioni di Atri, Chieti, Pescara, Pescara Aternum, Teramo e Vasto per quello che, come spiega il coordinatore territoriale Abruzzo dell’AIC Nicola D’Auria “è diventato un appuntamento fisso del nostro calendario accademico con la precisa intenzione di mettere al centro della riflessione i prodotti che rappresentano l’identità stessa dell’Abruzzo a tavola”. Tra cui quello degli ovini per ricordare che, conclude D’Auria “la carne di pecora e di agnello raccontano la tavola degli abruzzesi da molto tempo prima dell’arrivo degli arrosticini”.
E le pecore ( per gli arrosticini) e gli agnelli per le costine alla scottadito da dove arrivano?
Quanta ipocrisia… sapendo che il 99% del consumato è tutta carne che arriva dall’estero.