Pacentro e il sogno degli “zingari”

(ph. Angelo D’Aloisio)

Il viaggio, lungo, verso l’Unesco è partito oggi dall’aula del consiglio comunale di Pacentro dove l’assise all’unanimità ha deliberato il riconoscimento della Corsa degli Zingari quale patrimonio culturale demoetnoantropologico immateriale della comunità di Pacentro.

Un primo e dovuto passo, perché il viaggio verso il riconoscimento internazionale sarà lungo e difficile e avrà bisogno della consapevolezza di tutti i pacentrani e dell’impegno di esperti che, come ha sancito oggi il consiglio, saranno stimolati e affiancati da un comitato promotore. E oggi la presenza della soprintendente capo regionale alle Belle Arti, Cristina Collettini, era lì a testimoniare l’interesse oltre il confine comunale del progetto.

Perché dietro quei ragazzi che si gettano da Pietra Spaccata a piedi scalzi fino alla chiesa di Madonna di Loreto, c’è una storia che si perde nei tempi, dalle origini incerte e indefinite, che mescola e sovrappone tradizioni religiose e riti di iniziazione, c’è chi dice di origine Longobarda, chi anche più datate.

 Più in generale è un elemento di identità della comunità “perché ogni pacentrano – ha detto il sindaco Guido Angelilli – una volta nella vita, da zingarello o da zingaro, ha partecipato alla Corsa”.

Un chilometro di rovi, fatica e speranza, lungo il quale cresce il senso di appartenenza della comunità e, da oggi, il sogno di diventare un patrimonio dell’umanità.

2 Commenti su "Pacentro e il sogno degli “zingari”"

  1. cosa vuol dire da zingarello o da zingaro???

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