Il Comune di Sulmona aveva scartato una ditta locale perché il preventivo era troppo alto, ma ora ha dovuto rimettere mano al portafogli sborsando quasi il doppio di quello che aveva preventivato, perché palazzo Mazara, la casa comunale dimenticata da quattro anni, era ormai più guano che cemento. Dal palazzo nobiliare, uno dei più prestigiosi della città, sono uscite infatti centosettanta scatole di cacca di piccione, anziché la cinquantina previste. Una mole di resti e di abbandono che ha costretto il Comune a fare un’altra determina e ad aggiungere ai 13mila euro già sborsati il mese scorso, altri 9,5 mila euro. Stessa ditta, ovviamente, la Genesys di Popoli, a cui era stata affidata con trattativa diretta la prima volta.
E insomma il coinquilino del palazzo nobiliare, l’avvocato Vincenzo Colaiacovo, che ha trascinato il Comune in tribunale, vincendo, finora, una causa risarcitoria da oltre 20mila euro, aveva più che ragione a lamentarsi e a reclamare la bonifica dei luoghi. Anche perché dopo essere stato cacciato illegittimamente da casa quattro anni fa (dopo il terremoto di gennaio 2017) per una presunta inagibilità ed esservi rientrato grazie ad una sentenza del Tar, si è dovuto subire la puzza e la sporcizia per la sostanziale indifferenza che l’amministrazione comunale ha mostrato nei confronti di una sua proprietà.
Che poi non si capisce bene perché il palazzo, dove tra l’altro ci sono le location per i matrimoni (terrazza e saletta), oltre a quelli della presidenza del consiglio e altri uffici, sia rimasto e rimanga ancora chiuso oggi.
I danni riportati dalla struttura dopo il terremoto del 2017 sono infatti lievi, classificati come B. Sarebbe bastato qualche piccolo intervento di rinforzo, in altre parole, per evitarne la chiusura e i danni, diretti e indiretti.
Tant’è che ora, a pulizia quasi ultimata, si è scoperto che sotto il guano di piccone non ci sono voragini e crepe irreparabili, ma piccole lesioni che saranno probabilmente oggetto di un intervento di messa in sicurezza. Roba da qualche migliaio di euro, insomma, probabilmente anche meno di quelli finora spesi tra cause perse e toilette per piccioni.
La verità è che gli uffici vennero chiusi in fretta e furia dopo il terremoto per far valere sui fondi della ricostruzione chissà quali finanziamenti, con un progetto da milioni di euro che, però, nessuno ha mai finanziato. E d’altronde anche quelli finanziati, come il dirimpettaio palazzo San Francesco o palazzo Pretorio, sono ancora lì. Chi in attesa di lavori, chi in attesa di piccioni.
Ma le cassette erano mezze piene o mezze vuote del puzzolente guano?
Non vorrei che la puzza, in mancanza di controlli adeguati sulla spesa di soldi
Pubblici, possa aver innescato una moltiplicazione di risorse che abbiano facilitato il “riempimento” delle cassette stesse.
O come forse è più “plausibile”, i volatili venuti a conoscenza del ribasso applicato, indignati della cosa, si sono coalizzati e in poco tempo hanno intensificato la produzione di escrementi, facendo incrementare il dovuto alla ditta popolese, e creando un travaso di bile alla ditta concorrente. Altrettanto vero e certamente riscontrabile in Comune, foto della coltre post contratto e pre intervento quali pezze giustificative dell’ulteriore spesa aggiuntiva. Altra possibilità è che l’altra offerta rifiutata aveva già previsto questo incremento di escrementi e chissà se non era anche più basso l’importo richiesto. Comunque la vogliamo mettere è colpa dei piccioni… Ed io pago.. e loro “guanano”.. e voi spendete i miei soldi!
@Ufficio Tecnico del Comune -> Vi siete già mossi per una rete di protezione antivolatili? I piccioni sono testardi e sono come gli elefanti…. 1°: non dimenticano; 2°: quando sono incazzati la fanno come gli elefanti !!!
Quindi muovetevi per non mettere mano sempre nei portafogli dei contribuenti.
@Il Signor Sindaco -> Le consiglio di non vantarsi dell’accaduto (come di tanti altri.. ehmm. tutti), tantomeno di citarlo nella relazione di fine mandato… Di guano in giro già ce ne è già troppo!!