E così con l’accusa di violenza sessuale aggravata (dal fatto di essersi camuffato) il giovane è stato rinviato a giudizio oggi dal giudice per le udienze preliminari Giuseppe Ferruccio.
I fatti risalgono al maggio dello scorso anno, quando la vittima, una ragazza di ventisei anni, mentre stava passeggiando nella zona, si è sentita quasi sollevare da dietro da quella violenta e persistente manata sul sedere.
Le urla, la fuga e poi la denuncia alla polizia che, tramite le telecamere dell’albergo, riesce ad ipotizzare il responsabile del gesto. Il riconoscimento fotografico da parte della ragazza suggella così l’imputazione per il trentaduenne che oggi, tramite il suo avvocato, Alessandro Margiotta, ha negato le accuse: “Se il palpeggiatore era incappucciato – ha spiegato l’avvocato – è difficile che possa essere stato riconosciuto dalla vittima. E poi bisogna dimostrare la costrizione della violenza”.
A stabilirlo sarà ora il tribunale, davanti al quale Spinosa comparirà il prossimo 22 gennaio, con un’accusa di un reato che prevede pene pesantissime: dai 5 ai 10 anni di reclusione, ridotte di due terzi in casi meno gravi come potrebbe essere classificato questo.
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