Parco fluviale, neanche ai cani. Emendamento al bilancio

Sarà al centro di uno dei – pochi – emendamenti che saranno presentati al bilancio che verrà discusso oggi a palazzo San Francesco ed è un emendamento che viene dall’opposizione, e in particolare dalla consigliera Elisabetta Bianchi, perché del parco fluviale Daolio, l’amministrazione comunale attiva (si fa per dire) sembra essersi completamente dimenticata.
Chiuso da oltre due mesi, infatti, del più importante e grande spazio verde della città non si sa e non si è saputo più nulla. Se non che i suoi cancelli sono sbarrati, senza neanche che esista un’ordinanza a vietarne l’uso. Tant’è che, se qualcuno scavalcasse la recinzione, non commetterebbe, nei fatti, nessuna infrazione.
Ma in un parco ci si va per rilassarsi e non per sfidare la sorte o fare i giochi senza frontiere e in tanti, ci andavano, soprattutto, per far sgambare i propri cani. Cosa che a Sulmona è diventata praticamente un’impresa, tra residui di giardini pubblici immersi nei rifiuti e un’area camper provvisoria, quella del parcheggio del Palasport, il cui uso, che pure se ne fa, per area di sgambamento deve aver dato fastidio a qualcuno, viste le visite fatte sul posto dall’accalappiacani.

(area sgambamento cani, Milano)

L’emendamento che ha presentato la Bianchi, infatti, prevede di destinare al ripristino del Daolio 27mila euro, soldi pescati d’altronde nel capitolo della sostenibilità e dell’ambiente, e di questi circa 3mila dovrebbero servire proprio per realizzare un’area sgambamento cani (una delle cose che danno un segno di civiltà ad una città) nella parte a ridosso dell’edicola con ingresso da ponte Capograssi.
Un progetto datato e che fino allo scorso anno aveva anzi in bilancio una voce dedicata, ora improvvisamente sparita e uscita dalle priorità della maggioranza Casini.
Si vedrà oggi se il Comune è intenzionato a riaprire lo spazio, quello che fino a poco tempo fa era stato promesso come nuovo luogo di rilancio della città, da far gestire, insieme alla vicina area camper che, anch’essa, però, non vede ancora la via dell’apertura.
I motivi della chiusura improvvisa e “clandestina” del Daolio, d’altronde, restano al momento solo voci: un fantomatico danneggiamento all’impianto elettrico che metterebbe a repentaglio l’incolumità del pubblico che lo frequenta. Una motivazione che, in verità, sembra più essere una scusa per evitare anche solo di dover far fronte all’ordinaria manutenzione del taglio dell’erba.
La primavera è inoltrata, l’estate alle porte e, ancora una volta, Sulmona non sa dove prendere un po’ d’ombra.

2 Commenti su "Parco fluviale, neanche ai cani. Emendamento al bilancio"

  1. Area di sgambamento sarebbe segno di civiltà? A parte il fatto che i cani patronali già fanno quello che voglio no, andate alla villa in qualsiasi ora, perché non vietare di fumare nei parchi pubblici? Come avviene a New York.

  2. Annibale Di Marco | 1 Maggio 2019 at 22:22 | Rispondi

    Forse pochi lo sanno, ma gli alberi del parco li hanno pagai i cittadini: c’era un prezzo articolato in ragione della più o meno preziosità dell’albero da adottare. Che io sappia i cittadini non sono stati mai messi al corrente della somma raccolta e dell’impiego della stessa. Io, fui, a suo tempo, un donatore di un discreta somma.

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