Patto per la lettura nella città senza biblioteche

Su iniziativa del Centro Servizi per il Volontariato Abruzzo, sede di Sulmona, si è costituita una rete di Associazioni culturali con la prima finalità di stilare, in accordo con il Comune, un Patto per la lettura. Tale iniziativa consentirà di partecipare al bando nazionale per ottenere la qualifica di Sulmona Città che legge. Attraverso questo iter congiunto sarà possibile garantire in modo migliore agli abitanti di Sulmona l’accesso ai libri e alla lettura attraverso biblioteche, librerie e località estemporanee e organizzare eventi di rilievo nazionale, oltre che partecipare con progetti specifici a bandi ministeriali.

“Il CSV-Abruzzo – si legge nella nota – mette a disposizione la sede territoriale di Sulmona come sede organizzativa e funzionale alle attività di co-programmazione e co-progettazione fra il Comune di Sulmona e le associazioni di volontariato che aderiscono alla sottoscrizione del progetto “Città che legge.” Il Patto per la lettura stipulato tra il Comune e la rete delle Associazioni verrà sancito pubblicamente con una cerimonia dedicata. Grande soddisfazione e sostegno sono stati espressi per l’iniziativa intrapresa dall’Assessore alla Cultura Emanuela Ceccaroni”.

Ciò che però manca a Sulmona sono proprio i luoghi dove leggere, così come studiare e fare ricerca. La città della cultura, che di biblioteche agibili non ne ha, che si propone per un bando finalizzato alla lettura. E’ un paradosso nel paradosso. Nei fatti la biblioteca storica di Sulmona è tuttora inagibile, e chissà quando potrà rivedere la luce del sole. Certo, il sindaco Gianfranco Di Piero all’indomani della propria elezione ha mantenuto la promessa di voler vedere di persona le condizioni nelle quali versa la struttura, ma per la riapertura ci vorrà tempo. E non poco.

Sono ancora inutilizzabili (da ormai 5 anni) le palazzine dell’Agenzia di promozione culturale di piazza Venezuela, sgombrata nel lontano 2017 e trasferita nei locali della sede Inps di via Sardi. Quello che doveva essere un luogo di semplice “appoggio”, invece, è diventato di fatti la vera casa (e fino ad oggi l’unica) per la lettura, ma limitata sia dal punto di vista degli spazi e sia dalla prospettiva degli orari visto che l’apertura pomeridiana è garantita solo due giorni a settimana. Una triste pagina da voltare per l’intera città, giusto per rimanere in tema.

2 Commenti su "Patto per la lettura nella città senza biblioteche"

  1. L’unico commento è che non c’è più la forza di commentare. Scuole chiuse, biblioteche chiuse, Centro Servizi Culturali chiuso. Come direbbe Maccio:” E’ CHIUSO TUTTO!!!

  2. Bene incidere nella cultura, ma vogliamo discutere e lavorare anche su “qualcosa di più incisivo” per il bene della città sempre in ambito culturale e lo sviluppo economico e sociale (anche qui citato)?
    Non basta l’ottenimento di una “qualifica” a fare una città migliore.
    Non voglio affatto sminuire l’iniziativa, ma da parte del Comune, bisogna “studiare e attuare terapie shock” per rivitalizzare la città in tutti i settori, altrimenti saranno e resteranno solo “medagliette”.

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