Pd su Derf: “Nessuna scelta, l’Abruzzo rischia di restare fermo per 10 anni”

Secondo il Partito Democratico l’Abruzzo rischia di restare fermo per dieci anni perché nelle 148 pagine del Documento di Economia e Finanza Regionale non ci sono provvedimenti identitari e non sono illustrati con  precisione gli strumenti di attuazione e le tempistiche per raggiungere gli obiettivi che si pone la Giunta Marsilio. L’attacco viene dai consiglieri regionali Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli e Sandro Mariani.

“Gli obiettivi, nella maggior parte dei casi non sono farina del sacco del governo di centrodestra, diventato famoso per i tagli alla cultura e anche agli ospedali, di cui non vi è traccia nel DEFR, ma sono un riconoscimento postumo del buon lavoro svolto dall’amministrazione di centrosinistra – così il capogruppo Silvio Paolucci -. Il tanto criticato Masterplan, ad esempio, di cui il centrodestra quando era all’opposizione aveva persino messo in discussione l’esistenza, oggi viene citato in ogni passaggio del documento. Da domani comincia il percorso dei documenti contabili della Regione, a partire dal DEFR, che è il documento più importante perché propedeutico all’approvazione del bilancio. E’ anche quello più squisitamente politico, perché contiene programmi e visione amministrativa”.

“Un documento che non dà attenzione alle priorità dell’Abruzzo e al lavoro da fare sui fronti più sensibili – così il consigliere Dino Pepe – nulla è scritto sull’erosione malgrado la situazione sia nota alla Giunta e quindi è nullo il sostegno all’economia turistica e del mare. Sulle aree interne, colpite anche dal terremoto, notiamo un’assenza di programmazione e di idee. Una generalizzata mancanza di idee dopo la propaganda elettorale e dieci mesi di governo. Nei fatti confermano i progetti e i programmi della ex giunta di centrosinistra e li proseguono pensando di poterseli attestare davanti all’opinione pubblica. Anche sul fronte agricoltura, la riforma dei consorzi parte dal nostro tavolo regionale istituito nel 2018 per operare, loro erano tanto confusi sull’argomento che hanno dovuto ritirare la loro proposta di riforma e sostenere le nostre idee condivise con il comparto”.

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