Pensionati abusivi all’estero, assolti i primi due imputati

L’indagine condotta dalla guardia di finanza nel 2014 portò all’iscrizione nel registro degli indagati di una quindicina di persone, almeno nella nostra zona, perchè poi il fenomeno, su segnalazione dell’Inps, era molto diffuso in tutto il Paese. L’accusa per tutti era quella di truffa ovvero di indebita percezione di pensioni sociali, per ricevere le quali è necessario soddisfare i criteri di età, di reddito e di residenza. Ed è proprio su quest’ultimo punto che la rete della guardia di finanza era stata gettata, scoprendo che agli indirizzi di residenza dei pensionati non viveva nessuno e in alcuni casi non c’erano neanche più le quattro mura in piedi. Molti di loro, sosteneva l’accusa, erano in realtà all’estero a godersi il contributo dato dallo Stato italiano: Venezuela, Argentina, Messico e Paesi dell’Est Europa.

Oggi, però, quell’inchiesta, spacchettata in diversi procedimenti, ha mostrato tutti i suoi limiti, perchè i primi due imputati arrivati a giudizio, Sava Negau e Francesco Di Giorgio, sono stati assolti dal collegio del tribunale di Sulmona per “insufficienza di prove”. Gli inquirenti, sostanzialmente, non sono riusciti a dimostrare che i presunti truffatori vivevano stabilmente all’estero o che, piuttosto, fosse cambiato il loro domicilio in Italia, cosa che avrebbe comunque garantito loro la pensione.

Agli imputati veniva in particolare contestato di essersi appropriati di diverse annualità di contributi (dai tre ai quattro anni consecutivi) per un importo di circa 10mila euro ciascuno, senza nei fatti averne diritto.

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