Per l’anagrafe è ancora in carcere, perde il reddito di cittadinanza. Comune chiamato in causa

Dimentica di comunicare di essere uscito di galera e perde il reddito di cittadinanza che aveva richiesto. E’ una storia singolare quella che vede indirettamente coinvolto anche il Comune di Sulmona, chiamato in causa il prossimo 24 febbraio al tribunale civile di Locri nella causa intentata da un ex detenuto contro l’Inps e il Comune stesso.

Con ordine: l’uomo, un cinquantasettenne calabrese affiliato alla ‘ndragheta, esce nel 2017 dal carcere di Sulmona dopo diciannove anni di detenzione. Pena espiata e libertà ritrovata, con annessa la possibilità di ricorrere all’assegno del reddito di cittadinanza. Domanda che il cinquantasettenne presenta regolarmente nel 2019, indicando come residenza Sulmona, città nella quale era fissata da oltre dieci anni, seppure da lui non più frequentata. L’ex detenuto, dimentica però di comunicare al Comune la sua nuova vita da uomo libero e di spostare dunque, come permesso dalla legge (nei casi di persone senza fissa dimora), la sua residenza da via Lamaccio a via Mazara, ovvero la sede del Municipio.

L’Inps avvia i riscontri burocratici, tra i quali è richiesta la continuità di residenza e dei requisiti negli ultimi due anni. Per questo viene chiesto al Comune di Sulmona il certificato di residenza, dal quale, tuttavia, si evince che l’uomo è residente in via Lamaccio, ovvero ancora in carcere. Condizione per la quale il reddito di cittadinanza non è ammesso. Di qui la decisione dell’Inps di revocare l’assegno e togliere il beneficio all’ex detenuto.

L’uomo ha ora fatto ricorso per ottenere quanto gli spetterebbe, perché nei fatti i requisiti per ottenere l’assegno li aveva, anche se non sulla carta. Al Comune di Sulmona la comunicazione dell’espiazione della pena è arrivata infatti solo nel 2021 e fino a questa data, seppur libero, l’uomo era formalmente ancora in carcere.

2 Commenti su "Per l’anagrafe è ancora in carcere, perde il reddito di cittadinanza. Comune chiamato in causa"

  1. Uno in meno di rdc | 15 Febbraio 2023 at 10:11 | Rispondi

    Il comune non c’entra nulla è un atto dovuto l’iscrizione all’anagrafe in quanto comunicata dalla polizia penitenziaria pertanto non può essere a conoscenza delle scarcerazioni

  2. Per ottenere la residenza presso la casa comunale, il richiedente deve fornire all’ufficio anagrafe del Comune tutti gli elementi necessari allo svolgimento degli accertamenti atti a stabilire l’effettiva sussistenza del domicilio

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