Accadono cose bizzarre in ospedale. Ieri mattina nella sala d’aspetto dell’ospedale di Sulmona, ala vecchia, improvvisamente una 70enne ha avvertito un malore perdendo conoscenza. Dopo un primo momento di confusione e timore, le persone intorno l’hanno soccorsa sistemandola sulle sedie della sala d’aspetto, mentre nel frattempo sono arrivati un medico ed un infermiere a fornire il loro aiuto.
Nonostante già dentro un ospedale, per essere accompagnata al pronto soccorso, probabilmente 3 minuti contati su un lettino, le persone presenti in quel momento, pare non ricevendo risposta dal pronto soccorso sulmonese, hanno chiamato il 118 parlando con l’Aquila, che ha di conseguenza girato la chiamata a Sulmona.
Per far giungere l’ambulanza, alla fine dei conti, c’è voluta mezz’ora. Il mezzo, infatti, è dovuto uscire dall’ospedale, fare il giro della variante e rientrare in ospedale.
La signora fortunatamente si è ripresa, per lei solo qualche problema di bassa pressione.
Siamo in periodo di “perle giornaliere” all’ospedale di Sulmona
Scusate un attimo, penso di non aver capito, o meglio spero di non aver capito.
La signora ha accusato un malore in ospedale, è stata chiamata un’ambulanza (situata nell’ospedale), la quale è arrivata per trasportarla in . . . ospedale??!!
Poi, posso solo immaginare la telefonata intercorsa con gli operatori di L’Aquila. . .
Da quando l’organizzazione sanitaria in Italia è passata nelle mani dei politici, questi sono i risultati. Non penso che in un film di Totò,che aveva sempre molte idee esilaranti, avrebbero mai immaginato una scena del genere: ” chiamare un’ambulanza per una persona che si è sentita male in ospedale,per trasportarla in ospedale”(come dice Giulio). La prossima sarà il medico del pronto soccorso che chiama l’ambulanza per trasportare in ospedale uno che si è sentito male al PS.
La prossima volta bisognerà scrivere sull’ingresso principale dell’ospedale di Sulmona: “LASCIATE OGNI SPERANZA A VOI CHE ENTRATE”