Ci vorrebbe un sorso d’acqua fresca, possibilmente di rubinetto, perché il boccone non va proprio giù all’ex assessore Attilio D’Andrea. La missione del plastic free, era una di quelle che d’altronde aveva sposato e promosso, non a chiacchiere ma con atti e delibere che avevano cambiato piccole ma significative abitudini in Comune. Una di queste era quella dell’erogatore dell’acqua del sindaco, ovvero un sistema di depurazione dell’acqua che con una colonnina installata dietro all’Aula consiliare permetteva a dipendenti e non di dissetarsi senza usare plastica, cioè usando l’acqua di Saca. Tremila bottiglie in meno solo dal Municipio. Per l’occasione, anzi, la giunta aveva anche fatto realizzare una serie di borracce distribuite a palazzo San Francesco con tanto di logo comunale e l’hashtag “Io sono plastic free”.
Quella colonnina, però, è sparita dalla primavera scorsa, per motivazioni e ordini che restano un mistero. Il sindaco Gianfranco Di Piero, dopo un nostro articolo, aveva promesso che sarebbe stata reinstallata, che si trattava solo di un problema di manutenzione. A distanza di mesi, però, a Palazzo si beve ancora dalla bottiglia… di plastica. Al posto dell’erogatore sono stati ripristinati i distributori automatici e le borracce sono sparite.
L’ex assessore si sfoga su Facebook: “L’iniziativa simbolica di evitare il consumo di cerca 3000 bottigliette di acqua di plastica annue nella sola sede centrale del Comune e di dare quindi l’esempio sulle buone pratiche da adottare – scrive – spero torni subito a regime ed estesa in ogni altro edificio dove sono disposti gli uffici comunali. Il mal funzionamento del distributore a mio avviso dovrebbe portare alla sostituzione dello stesso con uno funzionante piuttosto che il ritorno della plastica”.
La vicenda fa d’altronde il paio con l’altra operazione plastic free che, invece, riguarda una platea di utenza molto più ampia: le casette dell’acqua, quella stradali, insomma, a cui dovrebbero rifornirsi i cittadini evitando di consumare bottiglie acquistate al supermercato. Un’operazione che eviterebbe di consumare decine di migliaia di bottiglie di plastica e che da ormai due anni e più attende di essere portata a termine.
Il Comune, in questo caso, aveva fatto un bando, poi annullato, e poi un altro ancora: tra errori di punti di prelievo indicati e una babele burocratica che, da ultimo, ha bloccato le pratiche della E-distribuzione a cui il Comune aveva chiesto conto per gli scavi richiesti, non sapendo, evidentemente, che lo stesso Comune aveva già firmato una convenzione con la Santacroce per installare tre postazioni (in via San Polo, via Cornacchiola e di fronte all’ospedale).
Problema che ora sembra risolto: le case dell’acqua, infatti, dovrebbero essere installate a Sulmona entro la fine dell’anno. Sperando che non ci si perda ancora una volta in un bicchier d’acqua.
Un bravo ragazzo Attilio….sprecato per questa città di dinosauri .
Mi dispiace solo perché ha dato tutto se stesso e ha ricevuto solo i insulti e prese in giro da parte di chi
Ha sempre e solo pensato ai propri interessi e mai a quella della città .
E le biciclette?
Le biciclette sono finanziate da un fondo dedicato Regionale destinato solo ed esclusivamente allo sharing. Se non fosse stato spesso ,sarebbe tornato indietro. È presente in ogni città turistica ,quindi se il servizio offerto dalla ditta non è congruo,va fatta denuncia per il mancato servizio erogato
E secondo lei quei soldi da dove arrivano? Dal cielo? O sempre dai contribuenti? La ditta chi l’ha scelta?
Sulmona non ha bisogno delle casette dell’acqua! quelle stanno bene nel deserto…Sulmona ha le fontanelle
… vero è, e l’acqua è anche buona, almeno lungo la dorsale di Corso Ovidio… e quella che sgorga dal mascherone della fontana del vaschione è una goduria per dissetarsi… ma se potrebbero servire a far diminuire il consumo di quelle insipide acque vendute dentro le bottiglie di plastica vendute dai supermercati, allora ben vengano le macchinette distributrici di acqua filtrata e ulteriormente depurata oltre che fresca… piuttosto Voi politici, interessatevi a quegli inutili raccoglitori di bottiglie di plastica, dal costo esorbitante e scaricato sempre sulle spalle e tasche dei cittadini… per la raccolta e il riciclo della plastica basta e avanza il Cogesa, a cui paghiamo, e caro, già il Servizio…
Scusate se esco un pò dal tema…ma parlo sempre di acqua pubblica: mi spiace aver constato che, in alcuni ristoranti di Sulmona, se un cliente chiede acqua di rubinetto gli viene negata con motivazioni molto fantasiose. Si è costretti a comprare minerale oppure acqua filtrata (è necessario per la sana acqua di Sulmona che scende da vicine sorgenti?). Di solito questa prassi costa al cliente 2 euro in più a bottiglia, ma il problema è altro: è “sconfermare” la qualità della controllata acqua pubblica, specie la nostra!