Pettorano: un lavoro davvero “smart”

(Foto di Antonio Monaco)

Prenderà il via a tutti gli effetti a maggio, ma è già attivo in via sperimentale un interessante progetto di “smart living” a Pettorano sul Gizio – denominato Bear Smart Living Community – che sta attraendo nuovi abitanti nel paese peligno. Il progetto prevede la messa a disposizione di quattro abitazioni per lunghi soggiorni ed è rivolto a quei lavoratori che vogliono passare il proprio periodo di smart working in un contesto a stretto contatto con la natura. Non il classico turista “mordi e fuggi”, ma un turista “lento”, consapevole, volenteroso di immergersi in un contesto nuovo senza forzare il naturale tempo necessario per entrare a far parte della vita di un borgo.

Non è un caso che il progetto nasca a Pettorano sul Gizio, dove è stata realizzata la prima Bear Smart Community coordinata dall’associazione Salviamo l’Orso. La Bear Smart Living Community è portata avanti da Rewilding Apennines, cooperativa Valleluna e Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio ed è volta a soddisfare le nuove nicchie che il turismo responsabile sta creando in questo mercato in forte espansione. “Abbiamo già una ragazza che sta vivendo a Pettorano in smart living – spiega Valerio Reale enterprise officer di Rewilding Apennines -, vive a Bologna ma per i prossimi due mesi sarà qui per un tirocinio”.

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(Foto di Antonio Monaco)

“Tutti quelli che prendono parte all’esperienza – spiega Mario Finocchi presidente della cooperativa Valleluna – sono sottoposti ad un rigido protocollo sanitario, oltre a quello raccomandato dalle autorità, viene richiesto anche un tampone e 5 giorni isolamento cautelativo all’arrivo”.

La presenza dell’orsa Peppina dei suoi cuccioli e degli altri plantigradi che attualmente vivono o hanno vissuto nel territorio della riserva, hanno proiettato un’immagine di Pettorano nel resto del mondo come di un paese immerso nella natura selvaggia e non potrebbe essere altrimenti vista la sua collocazione a ridosso del monte Genzana. Non solo orsi ovviamente, ma la grande biodiversità di flora e fauna appenninica sono oggi elemento attrattivo non solo per i potenziali “nuovi turisti” dello smart living, ma anche per nuovi abitanti che si stanno trasferendo in paese.

Un artista franco-americano, un fotografo naturalista con la sua famiglia, una coppia di inglesi amanti della natura e lo stesso Reale con sua moglie, sono i nuovi abitanti di Pettorano attratti dal “rewilding”, ma anche dalla possibilità di staccare dal lavoro in un contesto fortemente naturale e non nel caos di una metropoli.

“Il processo in atto è stato di certo accelerato dalla pandemia – spiega ancora Finocchi – ma ha trovato un humus di relazioni e di persone che operano nel campo naturalistico e che va oltre i confini stretti della riserva, questo ha fatto da elemento attrattivo. Queste persone dimostrano con la loro presenza che c’è futuro per paesi come il nostro e che queste non sono solo aree dalle quali le persone se ne vanno. Ormai questa dinamica è diventata un elemento tangibile”.

La conservazione e il rispetto dell’ambiente circostante sembrano aver dato una nuova vita a Pettorano che sicuramente può fare da modello per altri paesi del comprensorio che dopo il fallimento industriale sono in cerca di una nuova identità.

Le opportunità sono immense anche se l’argomento è delicatissimo e passa tutto per la coesistenza e convivenza pacifica e intelligente fra uomo e natura. Dall’inseguire una mamma orsa con i suoi cuccioli con la propria automobile o dal saperne rispettare gli spazi e dal saperci convivere, passa gran parte del destino di un’area interna e di montagna come la nostra. Il futuro di queste aree – che poi è il nostro futuro – in fin dei conti sta tutto lì.

Savino Monterisi

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