Piano del Parco, via libera dalle Comunità: ora palla alle Regioni

Comincia a vedere, dopo tredici anni, la luce in fondo al tunnel il cosiddetto Piano del Parco, la strumento cioè che serve per regolare la gestione e i rapporti tra comunità e aree protette. Un lungo iter iniziato nel 2010 e interrotto più volte, per le resistenze dei diversi attori in campo.

Ieri, finalmente, dopo due anni di ritrovato lavoro da parte di tutti, lo strumento è stato recepito dalla commissione preposta delle Comunità del Parco, corredate delle osservazioni ammesse sulle 54 presentate da privati cittadini, Comuni del Parco, Comuni fuori Parco, ONG, associazioni di varia natura, comitati di cittadini, uffici e servizi del Parco.

“Sono state accettate molte delle osservazioni presentate, particolarmente significativo l’approccio costruttivo di alcuni Comuni – si legge in una nota del Pnalm -, che oltre a tutelare gli interessi delle proprie comunità si sono correttamente fatti carico anche degli interessi sovraordinati finalizzati ad assicurare la tutela di ambienti particolarmente delicati per la conservazione di habitat e specie minacciate, nonché per i siti delle faggete vetuste”.

Il Piano per il Parco a questo punto verrà trasmesso alle tre Regioni interessate per l’approvazione definitiva, che dovrà ovviamente avvenire d’intesa con i Comuni e col Parco. A seguire si darà avvio all’iter per l’approvazione del Regolamento del Parco.

Il Piano per il Parco – ha dichiarato il presidente Cannata – è uno strumento indispensabile per la gestione di un’area protetta che da 100 anni si occupa di proteggere la biodiversità e di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio. Mi preme ringraziare tutti i dirigenti e i funzionari delle Regioni che hanno fattivamente contribuito alle varie fasi fin qui condotte, così come desidero ringraziare il personale del Parco e la società incaricata di collaborare alla redazione di molti documenti per il grande e qualificato lavoro svolto. Auspico che da parte delle Regioni interessate venga posta la giusta attenzione alla conclusione di un processo amministrativo che rappresenta una tappa qualificante, e non più rinviabile, per la migliore gestione di un territorio unico, patrimonio di tutti”.

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