Arriva la convalida dell’arresto per Giovanni Rocco Ferrera, il diciannovenne di Pratola Peligna trovato in possesso di una pistola e di alcuni proiettili nella zaino. Per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari, con l’utilizzo del braccialetto elettronico. Il diciannovenne, difeso dall’avvocato Eva D’Alberto, non ha proferito parola davanti al gip del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, durante l’interrogatorio per la convalida dell’arresto
Il giovane è stato colto dai carabinieri della Compagnia di Castel di Sangro in flagranza di reato. L’arresto è avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì, lungo la strada Statale 17, all’altezza di Roccaraso. Nel veicolo su cui viaggiava il ragazzo è stato rinvenuto durante la perquisizione lo zainetto contenente la pistola calibro nove e un decina di proiettili. La matricola dell’arma era abrasa. Per questo motivo l’autorità giudiziaria ha comportato anche l’accusa di ricettazione per “il possibile legame con la malavita del posto”, come rileva il giudice per le indagini preliminari nell’ordinanza.
I domiciliari con braccialetto sono stati concessi su richiesta dell’avvocato, al fine di permettere al 19enne di prendersi cura anche di un familiare convivente. La Procura della Repubblica di Sulmona ha sequestrato il telefono cellulare di Ferrera. Il dispositivo è al vaglio degli inquirenti, per cercare elementi tra messaggi e conversazioni e capire a cosa serviva quella pistola. Si sospetta che la vicenda sia legata con quanto avvenuto due anni fa tra Pratola Peligna e Raiano, quando lo zio e cugino aveva esploso colpi di pistola contro due abitazioni. Lo zio e il cugino, dal canto loro, si tirano fuori dalla vicenda, spiegando di essere estranei ai fatti e di non avere rapporti con il parente.
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