Più autonomia e riaperture, anche l’Abruzzo sottoscrive la richiesta al governo

Più autonomia per le regioni, c’è anche l’Abruzzo tra i sottoscrittori di una lettera destinata al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia in cui si chiede “un più pieno rispetto dell’assetto costituzionale e del riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, sempre in applicazione dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione” e, in sintesi, la possibilità di far riaprire le attività a tutti quelli che riescono a rispettare le misure previste dal DPCM del 26 aprile 2020 e i protocolli di sicurezza aziendali.

Le esigenze sono diverse, insomma, e non tutte le regioni hanno la stessa situazione anche in termini di diffusione del contagio. Per questo “Un ordinato sistema di regolazione dell’emergenza Covid-19 dovrebbe portare il livello di governo centrale ad adottare la cornice di riferimento, prevalentemente con atti normativi primari, sottoposti al controllo parlamentare. Tali atti potranno essere integrati da atti amministrativi (Dpcm) nello stretto limite di quanto previsto dalle competenze statali, o richiesto dal principio di sussidiarietà. Le prescrizioni concrete poste dal Governo centrale dovranno comunque lasciare uno spazio di regolazione alle Regioni, per adattare le previsioni alle specifiche condizioni dei territori. In entrambi i casi, lo spazio per la regolazione regionale dovrà essere sottoposto ad un rigoroso controllo da parte del Governo centrale, utilizzando parametri scientifici oggettivi riferiti ad ogni sistema sanitario regionale, come ad esempio la saturazione dei posti letto o l’indice R0, con scansioni temporali settimanali”.

Prolungare il lockdown significherebbe “continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali e non fatturare, con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese. A questo punto è fondamentale realizzare un percorso rapido e chiaro, con decisioni condivise basate su una interlocuzione costante tra Pubblica Amministrazione, associazioni di categoria e sindacati che indichi le tappe per arrivare alla piena operatività”.

In questo senso secondo i sottoscrittori l’attuale struttura del DPCM 26 aprile 2020 deve essere riformata in modo da applicare norme “meno stringenti di quelle previste a livello nazionale” nelle regioni dove il contagio è in netta decrescita lasciando, quindi, alle Regioni la facoltà di calibrare le riaperture.

Un principio potrebbe essere quello delle “riaperture in base alla capacità effettiva di rispettare e far rispettare le misure di sanità pubblica atte a evitare il diffondersi del virus, da definire in modo chiaro sulla base dell’interlocuzione tra Pubblica Amministrazione, associazioni di categoria e sindacati e comunque non meno restrittive di quelle contenute nel DPCM 26 aprile 2020”.

Hanno sottoscritto la lettera: Regione Abruzzo – Presidente Marco Marsilio Regione Basilicata – Presidente Vito Bardi Regione Calabria – Presidente Jole Santelli Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Presidente Massimiliano Fedriga Regione Liguria – Presidente Giovanni Toti Regione Lombardia – Presidente Attilio Fontana Regione Molise – Presidente Donato Toma Regione Piemonte – Presidente Alberto Cirio Regione Autonoma della Sardegna – Presidente Christian Solinas Regione Siciliana – Presidente Nello Musumeci Regione Umbria – Presidente Donatella Tesei Regione Veneto – Presidente Luca Zaia Provincia Autonoma di Trento – Presidente Maurizio Fugatti

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