Pnalm, Comitato Civico di Pescasseroli chiede la revisione del regolamento dell’Ente

Un Regolamento in contrasto con la normativa primaria attributiva all’Ente Parco. Così il Comitato Civico Cittadini e Territorio Ponte Giovenco del Comune di Pescasseroli ha bollato il regolamento del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise in un’osservazione generale protocollata in mattinata da Silvano Di Pirro, presidente del Comitato stesso.

L’Osservazione riguarda l’allegato G Regolamento del Parco e tratta dei Diritti Collettivi delle popolazioni locali. In particolare il Comitato ha richiesto la revisione di almeno sette punti all’interno del regolamento stesso: l’utilizzazione dei boschi, l’utilizzazione di pascoli, il transito con mezzi a motore, le attività ricreative, la tutela della flora spontanea e quella della fauna boschiva, oltre all’esercizio della pesca.

La richiesta, a detta del Comitato, è necessaria affinché “ne siano espunte le indebite limitazioni dei diritti reali e degli usi civici della collettività locale esercitati secondo le consuetudini”. Per le nuove utilizzazioni, (non consuetudinarie) coerenti con la destinazione agrosilvopastorale ed ambientale delle proprietà collettive, si richiede che vengano rispettati i principi di proporzionalità ed adeguatezza delle limitazioni rispetto alle finalità legali del regolamento anche in considerazione dell’esiguità degli effettivi utenti rispetto all’estensione della proprietà collettiva.

Ai sensi dell’articolo 11 della Legge 349/91, infatti, è previsto il rispetto delle caratteristiche naturali, paesistiche, antropologiche, storiche e culturali locali proprie di ogni Parco.

2 Commenti su "Pnalm, Comitato Civico di Pescasseroli chiede la revisione del regolamento dell’Ente"

  1. La legge è 394 no 349

  2. … Si, certo, Legge Quadro sulle aree protette 6 Dicembre 1991 n. 394, ma non è questo il punto…
    Ci vorrebbe un Comitato Civico Cittadini e Territorio in ogni Comune delle nostre montagne, o meglio un’ A.S.B.U.C., liberamente eletta dalla cittadinanza ogni 4 anni, a cui affidare la gestione dei diritti reali e degli usi civici della collettività locale, così da toglierla dalle fameliche fauci degli Amministratori che spesso, molto spesso, ne abusano abbondantemente, al solo fine di un ritorno economico a discapito delle popolazioni indigene…
    In base alla L. 278/1957 , i Demani civici possono essere gestiti dall’A.S.B.U.C. (Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico): è un’entità organizzata, diversa e separata dal Comune e appositamente costituita per la gestione separata delle terre e diritti civici (definite anche proprietà collettive).
    Il compito istituzionale dell’A.S.B.U.C. è quello di gestire e valorizzare le potenzialità dei beni di uso civico comeproprietà collettivaindivisibile, inalienabile,inusucapibile,inespropriabile, regolamentandone l’accesso e la fruizione nell’interesse collettivo di tutti gli aventi diritto (residenti del Comune), garantendo a quest’ultimi condizioni di equità.
    Forza e coraggio… chissà che non si riesca a porre un freno anche al deprecabile fenomeno della cosiddetta “ MAFIA DEI PASCOLI” …

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