
Ammontano a circa 13 milioni di euro (per la precisione 12.795.652,25 euro) i fondi del Piano di ripresa e resilienza che Sulmona dovrà sviluppare entro il prossimo anno. Si tratta dei fondi presi con i bandi delle prime due tranche del Pnrr, nei quali sono confluiti, però, anche progetti già datati, come i piani di rigenerazione urbana che, in realtà, erano stati già finanziati e che hanno semplicemente cambiato nome.
Con il vincolo, però, della loro realizzazione entro il 2026, anche se, dicono dagli uffici comunali, entro il 2024 i 23 progetti già avviati saranno conclusi e rendicontati.
Alcuni, in realtà, sono già partiti, altri sono in procinto di farlo: tutti dovranno essere comunque monitorati e per questo il Comune si appresta ad arruolare altri tre professionisti, oltre ai due già contrattualizzati, che saranno dedicati esclusivamente a seguire questi progetti e la loro corretta esecuzione.
Dentro c’è un po’ di tutto: interventi sul sociale, sulla digitalizzazione, opere pubbliche.
In particolare 715mila euro sono destinati ai percorsi di autonomia per persone con disabilità, circa 210mila euro al rafforzamento dei servizi sociali e alla prevenzione del fenomeno del burn out tra gli operatori sociali, altri 211mila euro al sostegno alle capacità genitoriali e prevenzione della vulnerabilità delle famiglie e dei bambini.
Diversi, anche se con capienze ridotte, i servizi per la digitalizzazione: 3.640 euro per l’adozione dell’APP IO, 9.105 euro per l’adozione della piattaforma pagoPA, 14mila euro per l’estensione delle piattaforme SPID CIE, 280mila euro per l’esperienza del cittadino nei servizi pubblici, l’abilitazione del CLOUD per 178mila euro, circa 60mila euro per la digitalizzazione degli avvisi pubblici e poco più di 30mila euro per la piattaforma dati.
Numeri importanti hanno invece gli interventi energetici: 2 progetti da 990mila euro ciascuno sull’efficienza energetica, oltre mezzo milione di euro per il teatro e il cinema (lavori che dovrebbero partire a maggio), altri 260mila euro sugli edifici di proprietà comunale e 130mila euro per infissi e centrale delle scuole Mascaingioli.
Sono però le opere pubbliche ad avere la capienza più grande, qui confluiscono d’altronde anche i progetti di rigenerazione urbana come quello sul parco fluviale (3,3 milioni di euro) e quello sulla caserma Battisti (1,5 milioni di euro). C’è poi 1,8 milioni di euro per la demolizione e ricostruzione dell’asilo di via L’Aquila, altri 260mila euro per la Masciangioli e la rimozione delle barriere architettoniche nei due plessi museali dell’Annunziata (255mila euro) e del museo di Santa Chiara (203mila euro).
In pratica buttati nel cesso
Beh,il Sig. Mingaver mi ha convinto: chiederò la cittadinanza aquilana. Troppo commovente e profonda la sua dissertazione, soprattutto inappuntabile dal punto di vista storico …peccato che il Sig. Mingaver abbia omesso giusto due o tre cose . A proposito, L’Aquila o Aquila? Ah giusto, l’articolo vi ha reso ancora più nobili e superiori di fronte alla plebaglia inferiore della provincia. “Aquila degli abruzzi”, cioè Acqua e non Aquila. Impari un po’ di storia e di umiltà prima di sporcarsi le mani in questa testata di “provincia”. Ad maiora
Mah.. soldi a pioggia ai comuni per i progetti più disparati o più strampalati: 13 milioni a Sulmona, 20 milioni ad Avezzano (che vuol farsi pure i bus a metano!), appena 170 milioni al capoluogo di Regione, che ancora porta le ferite del terremoto.
Ma la cosa assurda è che nessuno parla più di quel progetto così vitale per l’Abruzzo intero e per l’Italia tutta, ossia l’Alta Velocità Roma – L’Aquila con diramazione, proprio all’Aquila: una tratta verso Pescara e una tratta verso Teramo – Ascoli Piceno – Ancona.
Si sono spesi soldi per due progetti avveniristici.. e poi tutto è vergognosamente caduto nel silenzio più assoluto.
Povera L’Aquila, povero Abruzzo, povera Italia!
Sig. Mingaver ha proprio ragione…buttare 170 milioni x l’aquila è uno SPRECO IMPERDONABILE si potrebbero utilizzare x riportare l’ospedale di Sulmona al 1° livello com’era prima e come merita tutto il centro Abruzzo riequilibrando la sanità dell’intera Regione.
Ricordo sommessamente al sig. Mingaver che Sulmona è il BARICENTRO dell’Abruzzo e non l’aquila mea che se non avesse fagocitato tutti i comuni limitrofi adesso sarebbe un piccolo borgo sperduto tra le montagne…se ne faccia una ragione!!!
Ma non vi saziate mai!?
Quali sarebbero i progetti importanti, App Io a parte?
Mamma me
Mingaver, dalle affermazioni della S.V. appare evidente il disagio e la frustrazione degli aquilani. Il tuo borgo, egregio Mingaver, in cxxo alla balena, non è il centro dell’universo; fattene una ragione. Ci sono tante altre situazioni da ottimizzare in giro per l’Abruzzo per renderlo realmente competitivo rispetto alle altre regioni. L’Aquila e zone limitrofe sono solo una piccola parte e neanche le più gradevoli ed interessanti.
Voglio continuare a stimolare gli addetti ai lavori con questa domanda : quando cominceremo a pensare a qualcosa di importante per questa città,ad allargare la nostra visione a progetti che possano inserire Sulmona in circuiti ” di spessore”,che possano invertire la rotta dell’inesorabile declino? Una curiosità: come ci stiamo muovendo,quali contatti abbiamo preso,quali energie, quali professionalità,quali progetti abbiamo messo in campo perché si faccia a Sulmona la centrale di produzione di idrogeno? Partirà da Sulmona il primo treno ad idrogeno o no ???!!! È solo un esempio …Sarebbe bello essere informati sull’idea di sviluppo che abbiamo messo in campo……
E progetti su palestre, impianti sportivi al coperto e all’aperto, ristrutturazione palestra Porta Napoli e ristrutturazione (o demolizione) edificio ex Istituto Tecnico Commerciale e Geometri? Su questi punti si resta “tali e quali”…
ma il belvedere di Via Gorizia?
Ripresa: pochettino se gestita.
Resilienza: nulla.
Per curiosità di questi 12.795.652,25 euro, è possibile sapere quanto è a fondo perduto? e quanto sarà a prestito? e di questa seconda cifra quanto incideranno parte capitale di interessi sul bilancio comunale?
Magari sarebbe utile sapere anche l’elenco completo dei progetti presentati ma soprattutto una responsabilizzazione nominale circa CHI ha proposto/voluto questi progetti presentati visto che non vi è stato in alcun modo un coinvolgimento delle tanto care ai sinistri parti sociali, tantomeno della resiliente popolazione sulmonese.
Certo sarebbe stato troppo bello pensare a progetti territoriali generati da incontri tra i comuni della Valle peligna e del centro Abruzzo…
PS. Se la rigenerazione urbana sulmonese -di cui si è veramente accennato nell’articolo- parte dai paletti di via Dorrucci e via Marselli….
Mah.. I commenti di certe persone sono decisamente irritanti e denotano carenza culturale e miopia.
Premesso che non parlo affatto a favore del nostro capoluogo di Regione nonché (nel caso dei sulmonesi) del loro capoluogo di provincia, ma parlo invece a difesa degli interessi regionali e nazionali (e nulla di più: è evidente!) ritengo che è bene precisare:
1) L’Aquila (un tempo chiamata “Aquila degli Abruzzi”) non è affatto “in cxxo alla balena” come qualche irriverente scrive: aprite un libro di geografia e seguite il corso dell’Aterno. Che città trovate al centro della CONCA AQUILANA?
2) Il nostro capoluogo è:
• centro industriale (elettronica, farmaceutica, meccanica.. chi più ne ha più ne metta);
• centro culturale (teatri, mostre ecc.);
• prestigioso centro universitario sia in ambito umanistico che scientifico (i laboratori di fisica sotto il Gran Sasso, vi dicono nulla?);
• è al centro di importanti siti archeologici (Aveia, Forcona, Fossa, Amiternum, Cascina, Forfona, Peltuinum.. e qui mi fermo per non invadere le pagine di un giornale sulmonese)
• è città d’arte come poche in Italia. Non ha senso qui citare nulla. È sufficiente invitare i sulmonesi a studiare anziché blaterare a vanvera;
• È città tutta circondata da parchi nazionali, regionali e aree protette.
Non vado oltre per non essere stucchevole. Ve n’è abbastanza per riconoscere in tale città l’essenza stessa dell’Abruzzo, il cuore pulsante dell’intera Regione.
Meriterebbe da parte dei governi, nazionale e regionale, tutta l’attenzione e la dedizione possibile del PNRR, senza dispersione in rivoli sterili quali le risorse lasciate a Sulmona, ad Avezzano, a Pescara e ad altri comuni insignificanti.
Se si è fatto il MOSE per proteggere Venezia, che diavolo si aspetta a difendere L’Aquila e ad investire seriamente per L’Aquila?
Presidente MARSILIO: dove sei? Ah, già: costui è di famiglia pescarese..
Sig. Mingaver, anche se non lo ritengo un bel gioco, spero vivamente x lei che stia cercando solo di leggere le reazioni alle sue “quantomeno bizzarre affermazioni” (come vede uso termini gentili e non irritanti).
Visto che lei conosce molto bene la geografia, mi risponda a questa semplice domanda: è vero che L’Aquila mea x arrivare ai suoi quasi 70.000 abitanti ha cancellato (con un REGIO DECRETO del 1927 ndr) ben 8 Comuni (uno su tutti Paganica)?
Giustamente, con questi metodi molto “democratici” magari starà pensando che, dopo 100 anni dal vecchio decreto, bisognerebbe farne uno nuovo che preveda l’annessione di tutto l’Abruzzo anzi…di tutta l’Italia (restando modesto e con i piedi x terra).
Mingaver, sei patetico. Non ti sperticare troppo nella difesa tanto commovente quanto inutile del tuo insignificante borgo. Rassegnati e fattene una ragione; la tua raccomandata città, credimi,non piace a nessuno, mi dispiace. E poi sciacquati la bocca prima di parlare della più bella città d’Abruzzo(e non lo dicono solo gli abruzzesi) che aveva alle spalle già millenni di storia quando il tuo borgo ciucciava ancora latte..studia!
Mingaver,se soffri di acidità prova a prendere un pò di Maalox,ti gioverà
Qui vi sono dei figuri che tendono a metterla su una questione di campanile e non di prospettiva regionale e nazionale.
Volendo scendere – giusto per un attimo – al loro livello, va rilevato che:
1) la storia dell’Aquila è, in sostanza, la storia dell’Abruzzo; la storia di Sulmona è invece la storia del confetto e nulla di più;
2) nei secoli, non solo l’Aquila ma altre città in Italia si sono ingrandite conglobando borghi vicini. Milano (coi comuni di Crescenzago, Niguarda, Gorla, Chiaravalle ecc.), Venezia (Mestre, Marghera ecc.), Roma (Ostia e vari borghi della Campagna Romana), Bari (Carbonara, Ceglie del Campo, Mungivacca)..
Abbandonando la visione campanilistica e salendo invece ad un più consono aspetto regionale e nazionale, faccio notare che anche Bruno Vespa, in tempi lontani, aveva fatto notare quest’assurdità di altre città capoluogo di Regione, pur di piccole o medie dimensioni, quali Perugia, Catanzaro, Bolzano, Aosta dotate di un proprio aeroporto (Lamezia nel caso di Catanzaro) con efficienti collegamenti aerei con Roma e/o Milano mentre all’Aquila l’aeroporto di Preturo langue (Marsilio: a buon intenditor..). L’aeroporto di Pescara, salvo fare un improponibile treno-navetta ultraveloce (come Roma con Fiumicino, Milano con Malpensa, Palermo con Punta Raisi) non è l’aeroporto dell’Aquila e dunque non è definibile, affatto, “aeroporto d’Abruzzo” (Marsilio, ti è chiaro il concetto? Usa il PNRR per Preturo, anziché per le sciocchezze sparse qua e là per i minuscoli borghi d’Abruzzo!)
Mingaver dai retta a me, fatti vedere da uno bravo.
Povero Mingaver, ce l’hanno tutti con la povera L’Aquila. Ma che male avrai mai fatto per stare così tanto sul caxxo.
secondo me va cambiato il capoluogo di Regione, meglio Pescara sotto ogni punto di vista.L’Aquila è scomoda per arrivarci, è su una montagna. facciamo un referendum regionale e vediamo se mingaver parla ancora.
Mingaver, L’Aquila non serve come capoluogo..