Pnrr, l’Europa pressa e i piccoli Comuni affondano: opere a rischio

Gli uffici tecnici dei piccoli Comuni del Centro Abruzzo, e non solo, si trovano con l’acqua alla gola. Le pressioni da Bruxelles per i fondi Pnrr, con la terza tranche di finanziamenti per l’Italia ancora in bilico, rischiano di schiacciare quelle realtà al di sotto dei cinquecento abitanti (ad essere generosi). Infatti, il timore è che le opere previste non vadano in porto e che, alla fine, quei soldi (circa quaranta miliardi di euro) dovranno essere restituiti alla Comunità Europea.

Pochi esperti e molti anziani. In sostanza ad essere nel torto è la macchina amministrativa italiana, con 3,2 milioni di impiegati e una media che sfora i 50 anni. Mancano poi le qualifiche necessarie per gestire una mole di opportunità che potrebbero, invece, trasformarsi in un pesante macigno. A rimarcarlo è anche Stefano Calore, il quale si occupa in prima persona dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza per il Comune di Sulmona che, al momento, sembrerebbe fuori pericolo.

“Il governo ha provato a porre rimedio a questo deficit, ma con scarsi risultati – spiega Calore -. Non è valsa a nulla la campagna di assunzioni di pseudo professionisti inviati nei singoli Comuni per dare un supporto. Anzi, spesso e volentieri questi profili hanno meno competenze in materia di Pnrr rispetto ai tecnici degli uffici. Insomma, si manda gente che non è formata dai piani alti. Il mio pensiero non va tanto ai Comuni medio-grandi. Loro ce la faranno a rientrare nelle tempistiche previste per terminare le opere. Ciò che mi preoccupa sono quei paesi con 200 o 300 abitanti. Lì, con un solo impiegato a gestire il tutto, la situazione potrebbe diventare caotica”.

A prevedere questo collasso, in tempi non sospetti, fu Salvatore Di Bacco, componente del comitato scientifico nazionale dell’Unitel. Esattamente un anno fa, tra le pagine del primo trimestrale de IlGerme, Di Bacco aveva annunciato che molti dei Comuni del territorio erano, e sono amcora, carenti delle risorse professionali e qualificate per gestire questa macchina complessa che è il Pnrr. “Se non verranno integrate il più presto possibile – dichiarava Di Bacco – ho serio timore che non riusciremo a svolgere in modo ottimale il compito”.

“Purtroppo si è avverato ciò di cui parlavo un anno fa – commenta ora DI Bacco -. Proprio ieri mattina, in una chat, ho ripubblicato il link alla intervista che facemmo nel 2022 per dimostrare che tutto quello che avevo detto si sarebbe purtroppo verificato. Infatti il governo si è accorto oggi, con notevole ritardo, la situazione drammatica dei Comuni e degli uffici tecnici che avevo già anticipato in quell’intervista”.

“La verità – prosegue Di Bacco – è che non si fidano nemmeno dei Comuni, in spregio del principio di leale collaborazione istituzionale, del principio di presunzione di legittimità degli atti amministrativi e di buona fede. In Italia è imperante la mentalità del sospetto e del controllo a ogni pie’ sospinto. E’ lo Stato Etico (hegeliano) paternalistico o Stato di polizia a dirti cosa puoi, ma più spesso cosa non puoi e non devi fare. Tu Comune non hai autonomia decisionale e di spesa. Sarebbe stato più semplice erogare direttamente i fondi ai Comuni che poi, di volta in volta, avrebbero speso rendicontandoli al Ministero di riferimento e al Mef, con un controllo successivo, ex post e non ex ante. Il rischio, almeno per i piccoli Comuni, è che una volta realizzate queste grandi infrastrutture pubbliche, delle “cattedrali nel deserto” secondo alcuni, poi gli stessi Comuni non abbiano le risorse strumentali (umane e finanziarie) per farle funzionare, in quanto i fondi di cui trattasi sono destinati esclusivamente alla loro realizzazione e non anche al loro successivo e necessario funzionamento”.

Sulmona, intanto, è in stand by (come un po’ tutti) in attesa dei nuovi fondi. Al momento gli unici bandi disponibili sono legati all’amministrazione digitale e servizi per il cittadino. Traguardi che il Comune ovidiano ha già tagliato con 178.000 euro di fondi. Il capoluogo peligno ha ricevuto 280.000 euro dal Pnrr anche per interventi connessi alla digitalizzazione del turismo. A questi finanziamenti si aggiungono anche 455.000 euro per la rimozione di barriere fisiche a cognitive all’interno di musei, biblioteche e archivi. Ci sono, poi, i fondi per l’efficientamento energetico del teatro “Maria Caniglia” e del cinema “Pacifico” (612.000 euro totali) per i quali a breve si concluderà la procedura d’appalto.

Tra le opere con maggiore contributo da parte del Pnrr figura la demolizione e ricostruzione dell’asilo in via L’Aquila, finanziato per poco meno di due milione di euro. In questo quadro di interventi è confluito anche il nuovo progetto del parco fluviale “Daolio”, che a onor del vero è stato pensato dalla giunta Casini. In ultimo, ma non meno importante, il sostegno economico di 700.000 euro del Piano per i servizi socio-sanitari da ridistribuire su tutto il comprensorio peligno-sangrino.

“Nell’ultimo anno abbiamo fatto passi da gigante – conclude Calore-. Non è stato facile. C’è comunque molta pressione, ma siamo riusciti a centrare tutti gli obiettivi prefissati”.

5 Commenti su "Pnrr, l’Europa pressa e i piccoli Comuni affondano: opere a rischio"

  1. Non devono erogare nessun finanziamento all’ Italia!i soldi rimangono sempre fermi sui conti dei politici.il sistema italiano è pieno di mangioni corrotti che non devono amministrare neanche dentro casa loro!

  2. Il problema dell’Abruzzo e che ci sono troppi comuni in proporzione agli abitanti…infatti tutte le regioni con popolazione/territorio simile al nostro hanno meno comuni…qui poi ci sono comuni da 70/99 abitanti…e come potrebbero mai risolvere i problemi? Andate a fare un giro nei comuni qui vicino troverete se va bene ( a volte 2 volte a settimana) aperto l’anagrafe con una persona sola in tutto il comune…unica soluzione è la soppressione di tutti i comuni sotto i 3/4000 abitanti…senza poi entrare nel merito degli effettivi abitanti che come tutti sanno sono costituiti da numerose false residenze per non pagare ICI e avere il bollo auto ridotto…

  3. Ginosa jonica | 30 Marzo 2023 at 11:37 | Rispondi

    Putroppo tanti piccoli comuni x altrettanti piccoli feudi funzionali per gestire, sempre più spesso, le rimanenti “povertà” dei più e i personalismi,fini a se stessi, di poche “famiglie”.
    Persino Sulmona, al pari loro, si sta spopolando perchè presa, sitematicamente, a pesci in faccia in quanto a fruizione di servizi pubblici di primaria importanza che dovrebbero essere garantiti a tutti secondo COSTITUZIONE, vedi sanità, trasporti, istruzionee….e LAVORO.
    Tutto questo nonostante l’esistenza di leggi che prevedono tanti soldi e per tanti anni in favore di quei centri che si uniscono in un solo consiglio comunale per meglio gestire la difesa del poco rimasto e per provare, attraverso le premialità previste, a immaginare un futuro insieme all’insegna de “l’unione fa la forza”.

  4. Grazie Stefano per il dettaglio informativo che per la ptima volta -a mio parere- viene offerto.
    Comunque, a proposito, un dettaglio sull’utilizzazione dei fondi per il settore socio-sanitario è possibile?
    Grazie ancora.

  5. Roberto Donatelli | 30 Marzo 2023 at 23:55 | Rispondi

    Va fatta una seria riflessione invece su tutto il pnrr, considerando che siamo giunti al punto di chiedere ai piccoli comuni di progettare e quindi spendere risorse importanti, che sicuramente finirebbero in modeste azioni. Il principio del pnrr è la modernizzazione del Paese.Teniamo presente che su circa 220 miliardi solo 68 sono a fondo perduto, il resto è debito x figli e nipoti. Si facciano solo opere strategiche. Il resto non vale un debito di queste dimensione.

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