Pnrr, l’ex mattatoio a Raiano si trasforma in spazio gioco per i più piccoli

Da ex mattatoio a centro gioco dell’infanzia, l’edificio comunale in via Tratturo, a Raiano, torna ad avere una nuovo avita e un nuovo scopo sociale grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E’ stato approvato il progetto di ristrutturazione edilizia con adeguamento sismico dello stabile, di circa 550 metri quadri, che verrà realizzato con 721.500 euro.

La struttura, una volta terminati gli interventi per i quali bisognerà andare a gara, assolverà la funzione di spazio gioco in grado di ospitare fino a 28 bambini.

Tutti gli spazi destinati ai bambini saranno predisposti in modo da sollecitare e favorire il loro uso autonomo da parte dei bambini, favorendo altresì l’impegno dei bambini in attività di piccoli gruppi. Lo spazio destinato all’incontro e al lavoro degli adulti, operatori e genitori, sarà organizzato per favorire l’incontro informale, i colloqui individuali, le diverse situazioni di lavoro individuali o di gruppo legate agli impegni degli operatori. Gli spazi esterni saranno direttamente e facilmente accessibili da parte dei bambini, organizzati con arredi, attrezzature e giochi di movimento che ne sollecitino e favoriscano l’utilizzo da parte dei bambini, proponendo impegni e attività complementari rispetto a quelle fruibili all’interno della struttura.

“Le scelte progettuali – scrive il Comune di Raiano – sono tutte mirate a ottenere elevati standard di estetica, durabilità, manutenibilità, oltre che di comfort e benessere abitativo, di primaria importanza in strutture destinate prevalentemente ai bambini come quella in oggetto”.

Dopo le operazioni di verifica progettuale previste dalla normativa, si procederà all’espletamento della gara di appalto.

8 Commenti su "Pnrr, l’ex mattatoio a Raiano si trasforma in spazio gioco per i più piccoli"

  1. Speriamo che li chiudano tutti i piccoli comuni inferiori a 50.000 abitanti perché non se ne può più.

  2. Meglio chiudere sotto i 100.000

  3. Sono stato stanziati anche fondi su come mantenere l’opera una volta finita? No perché uno stabile ha comunque bisogno di manutenzione e costa…

  4. Quel posto ha una vita a prescindere dalla sua destinazione e chi come me ha vissuto l’esperienza del centro sociale sa di cosa parlo. Per la gestione e i suoi fondi ci rimettiamo alle analisi dei vari pantaloni, manchesteriani puri e duri con il cuore nella patta.

  5. 721.000 euro per il nulla. Soldi a debito che bisognerà restituire. Ospitare fino a 28 bambini! Per fare che? Non esistono già gli asili e le scuole per formare i bambini. Quale sarebbe il ritorno economico e sociale dell’opera?
    Quante cazzate finanziate con questo PNNR dove, ripeto, la maggior parte dei finanziamenti non sono a fondo perduto ma a debito.

  6. Se anche si “chiudessero” (accorpandoli ad altri comuni attigui) i comuni sotto i cinquemila abitanti (e non sotto i cinquantamila o centomila abitanti, come iperbolicamente qui sopra auspicano alcuni commentatori) il problema permarrebbe: che se ne deve fare di strutture immense, magari architettonicamente pregevoli? Li si lascia andare in rovina o si tenta un qualche recupero?
    E se si tenta di recuperarli, che funzione e che futuro gli si dà?
    Secondo me è invece apprezzabile l’iniziativa del comune di Raiano che tenta un recupero del suo vecchio mattatoio con una encomiabile funzione sociale. Certo: il rischio di sperpero c’è, considerando che Raiano, tanto quanto tanti altri comuni montani, tende a spopolarsi e quindi a non avere più quei bambini la cui presenza giustifica realmente l’investimento; ma d’altronde “chi non risica non rosica”, nel senso che proprio la presenza di strutture adeguate potrebbe fermare l’emorragia e magari a rivitalizzare un centro altrimenti destinato vieppiù ad atrofizzarsi e spegnersi anche per mancanza di servizi adeguati.

  7. A laruec de li dintrill allicascio’ mulmet addusma de lu balbasiv ect a lu piet fra

  8. E io che pensavo finalmente abbiamo il primo mercato al coperto per eventi. Gli asili servono sí, ma i bambini chi li fa?

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