Politica buona e buona politica

Parlare di politica è già un miracolo a Sulmona, figurarsi di “buona politica”. Ovvero il tema scelto dal Pd nella sua Agorà, che ieri ha toccato Avezzano e Sulmona, con un ospite di caratura nazionale: il presidente della Regione Lazio ed ex segretario dei Dem, Nicola Zingaretti.

Un vicino di casa di cui l’Abruzzo deve tener gran conto, se non altro per i tanti interessi che legano in questo periodo di grandi progetti, di ripresa e resilienza, le due regioni e i suoi territori: l’infrastruttura ferroviaria Roma-Pescara, innanzitutto, che, dice il segretario regionale Michele Fina, “bisogna evitare crei un buco nel mezzo”; le zone economiche speciali e il corridoio Tirreno-Adriatico; e poi ancora il gasdotto Snam e una transizione ecologica che sia anche giusta, oltre che sostenibile.

L’elenco viene fatto sul palco dell’Auditorium dell’Annunziata, riempito a metà, da diversi attori: medici di base, rappresentanti dei comitati, membri dell’Ance, operatori della cultura, il sindaco Di Piero. Non fanno a tempo a dire la loro i giovani e gli avvocati, ma alla fine poco importa. Non perché non siano importanti le loro cause e il loro punto di vista, ma perché Zingaretti i temi in elenco li tocca solo marginalmente.

Vola alto, l’ex segretario Pd, per inglobarli tutti, quei temi. La sua è una sfida epocale, quella che visse l’Italia nel dopoguerra: ricorda il piano Fanfani sulla case Ina, la riforma agraria, la scelta di una sanità pubblica. L’ora delle scelte in un periodo epocale, appunto, come quello uscito dalla pandemia, che sta ridisegnando le forze e gli equilibri geopolitici e che ha un cassetto con 270 miliardi di euro da spendere. Opportunità oggi e debiti di domani.

“Dobbiamo avere come faro l’articolo 3 della Costituzione – spiega – ovvero il fatto che la Repubblica, tutta, non parti di essa, si faccia carico di rimuovere gli ostacoli alla realizzazione dell’individuo”. Equità, giustizia, crescita collettiva, insomma, “perché con le diseguaglianze sociali – dice Zingaretti – la democrazia non regge”.

E fa degli esempi, anche: la sanità che grazie alla telemedicina può raggiungere le periferie (urbane e delle aree interne), la digitalizzazione che, per questo motivo, deve partire proprio dalle zone più remote e deve farsi carico, come ha ben dimostrato la pandemia, delle esigenze di chi è ai margini, la necessità di tassare i grandi colossi del web che stanno distruggendo e distruggeranno il piccolo commercio. “La Costituzione è un programma – continua – non un principio e noi non dobbiamo tradirla. E su questo che va fatta la battaglia e su questo che, anche in passato, c’è stato lo scontro”.

Bella la politica dall’alto, dura la realtà con i piedi per terra: glielo fa notare il rappresentante dell’Ance, Antonio Angelone, che ricorda come il veto di Draghi sul superbonus rischia di far fallire il 40% delle imprese edili; e ancora il dottor Roberto De Santis che, a nome dei medici, racconta di una sanità che qui, in quella periferia dell’impero, non esiste né sul territorio, né negli ospedali; oppure Mario Pizzola che con i comitati sta portando avanti la battaglia contro il gasdotto “opera inutile e dannosa” che con la transizione ecologica, e anche con quella sociale, non ha nulla a che vedere.

La buona politica sì, da vedere, da ascoltare, ma possibilmente anche da toccare.

2 Commenti su "Politica buona e buona politica"

  1. Mi chiamo Antonio | 10 Maggio 2022 at 09:28 | Rispondi

    … alla fine restano solo le chiacchiere… e le richieste dei questuanti, con il debito pubblico che vola sempre più in alto… così come il conto in banca di tutti i “ Chiagne e fott” …
    Povera Italia, “ convento” sempre più povero… e i “ fratacchioni” sempre più ricchi…

  2. Equità, giustizia, belle parole di una canzone che sentiamo da una vita.Doveva venire Zingaretti a raccontarci ennesime frottole.

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