
Le Terre dei Peligni nasce infatti come associazione di Comuni nel 2007 ad opera delle municipalità di Raiano, Vittorito, Corfinio e Prezza, a cui si aggiunge nel 2012 quella di Roccacasale. Poi nel 2015 l’istituzionalizzazione di un percorso associativo che dà vita alla forma giuridica dell’Unione delle Terre dei Peligni: non solo e non più solo un’idea di sviluppo condiviso, ma servizi e uffici in comune: il Suap (lo sportello unico delle attività produttive), la Protezione civile (che durante l’incendio è stata fondamentale alla creazione di una rete in difesa del territorio), la polizia locale, e ancora la centrale unica di committenza (da cui Prezza si è già distaccata lo scorso anno) e l’anagrafe (che Prezza e Roccacasale però già non condividono con l’Unione).
“In questi anni abbiamo ottenuto molti risultati importanti, finanziamenti per la Protezione civile e la centrale unica ad esempio – continua Moca – certo ci sono molte cose da migliorare, ma la strada intrapresa sta dando i suoi frutti se è vero che la nostra Cuc e il nostro Suap hanno raggiunto adesioni a due cifre da parte dei diversi Comuni della zona. Questa uscita di Prezza ci dispiace e ci lascia amareggiati perché non ne comprendiamo i motivi, né nessuno, d’altronde, si è sentito in dovere di spiegarceli”.

Chissà che sulla scelta della Scoccia abbiano influito i non proprio idilliaci rapporti con i colleghi di Raiano e Vittorito, in particolare, tra i più vivaci oppositori della “linea Gerosolimo” (marito della Scoccia) sulla gestione delle partecipate e in particolare del Cogesa. E non è forse un caso che, proprio Prezza, sia stato il primo Comune a deliberare (lo scorso 26 settembre) le modifiche dello Statuto alla società pubblica, pur non servendosi nei fatti del servizio di questa per la gestione dei suoi rifiuti. Quelle modifiche che proprio i sindaci di Raiano e Vittorito avevano contestato nell’assemblea dei soci.
Con l’unica aggravante, si direbbe in tribunale, che il recesso dall’Unione non può essere ridotto a una guerra personale e neanche politica, perché investe il senso delle istituzioni e il futuro delle comunità.
Tutti i tentativi di questi enti sembrano dibattimenti e scuotimenti come i pesci in poca acqua. La verità che già sintetizza la non estetica della sindachessa è che queste zone interne e scoscese sono ormai discariche sociali di persone secondarie senza molto futuro ove oltre i vecchietti che debbono morire vi ci trovi ina vasta categoria di disagiati con chi è povero chi è bassotto chi è panzerotto chi è polpacciotto chi è inciufito chi estroso etc. etc. La vita, delle persone valide è altrove in zone per natura più ricche .