Progetti in ritardo, fondi a rischio per eremo e Campo 78

La Regione ha concesso in extremis una proroga anche grazie all’intercessione del vescovo Michele Fusco, perché fosse stato per loro, e per il Comune, il finanziamento del Masterplan, o almeno una parte, lo avrebbero già ritirato da un mese e più, da quando cioè il Comune di Sulmona è stato convocato d’urgenza a Pescara dagli uffici regionali e dall’assessore Mauro Febbo. “Un ritardo eccessivo – spiega Febbo – non possiamo permetterci di non dare seguito agli interventi finanziati”.


E che dei quasi 2 milioni e mezzo di euro impegnati dal Masterplan per la sistemazione dell’area dell’Abbazia Celestiniana, dell’eremo di Celestino V e del Campo 78, non c’è ancora neanche il progetto che avrebbe dovuto essere consegnato agli inizi di ottobre.
A parte la gara deliberata per l’acquisto dei pulmini che facciano da navetta (130mila euro), infatti, il resto delle opere non ha ancora un volto.
A partire dai 600mila euro destinati al rifacimento della strada di arroccamento dell’eremo di Celestino V, il cui progetto, promette l’architetto incaricato Giovanni Campagna, sarà consegnato la settimana prossima, anche se ci sono ancora alcuni punti da chiarire con la sovrintendenza e con la Regione per il rifacimento del piazzale dello chalet (da abbassare, mettere in piano, e allestire con gradoni) con tutte le criticità di tenuta geologica di un’area molto fragile e soggetta a frane.


Ancora più critica invece la situazione per il Campo 78, per il quale non sono ancora stati fatti neanche i rilievi sull’area, per la quale l’intervento dovrà trasformare di fatto un ex campo di prigionia e poi base militare in un sito in grado di accogliere i turisti.
Un altro milione e duecentomila euro, infine, sono per la funzionalizzazione dell’Abbazia, ma qui le competenze sono in capo al Mibac e non al Comune che, per gli altri interventi, è invece soggetto (non) attuatore.
I tempi stringono: la Regione dopo la proroga concessa il mese scorso, non è più disposta a concedere corda alla lenta burocrazia del Comune di Sulmona e, entro l’anno, la partita si dovrà chiudere, o il rischio è che quella fetta di finanziamento torni da dove veniva, ovvero nel fondo Por-Fesr 2014/2020, che nel 2020 già ci siamo quasi.

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