“Progetto fallito”, il sindaco resta a galla a galleggiare

E’ la politica del cerchiobottismo, un disperato tentativo di rimanere a galla a galleggiare, in attesa di tempi migliori e delle elezioni regionali. Che il quadro si chiarisca e che il virus delle urne liberi finalmente la malandata e stanca città. Come se davvero fosse possibile tenere separata la politica dall’amministrazione della Cosa pubblica.

Prende tempo, ancora, il sindaco di Sulmona Annamaria Casini che, dopo aver ritirato ieri le dimissioni, si è presentata oggi in un’aula semideserta a raccontare e leggere, senza possibilità di confronto e dibattito, la lunga lettera nella quale spiega le sue motivazioni: il ripensamento al ripensamento, il ritiro delle dimissioni.

Lo fa cercando di captare la benevolenza dei dissidenti e in particolare di Fabio Pingue, lusingato, ma chissà, neanche lui sa, se soddisfatto, dell’ammissione del fallimento politico del progetto di Gerosolimo: “Possiamo considerare politicamente conclusa quella esperienza – dice la Casini – e lasciare salve le singole prerogative politiche e legittimamente libere le varie componenti di portare avanti i rispettivi percorsi nelle altre competizioni politiche che caratterizzeranno i prossimi anni”. Insomma un “liberi tutti”, un colpo al cerchio che riaccende la fedeltà di Pingue, ma a cui segue un altro colpo alla botte nel quale si condannano le “beghe politiche e inutili ambizioni personali” e dove a rispetto del “nuovo corso” viene posta “un’unica condizione: che la prima fase debba essere traghettata oltre le elezioni regionali con l’obiettivo di evitare che l’amministrazione diventi ostaggio dei ricatti incrociati e delle ambizioni politiche degli attuali attori”. Liberi sì, ma senza esagerare e senza presentarsi alle regionali, insomma.

Ambigua e sibillina, apre quindi alle opposizioni, invitandole a partecipare ad una sorta di governo di salute pubblica, a quel nuovo corso per il quale, tuttavia, fanno notare i consiglieri di minoranza, “è stato di fatto presentato un nuovo programma di mandato, senza che noi venissimo minimamente coinvolti”. La minoranza proprio non ci sta, d’altronde, a reggere questo gioco a poker, tra bluff e rilanci sul piatto della comunità: “Sterilizzare la politica fino alle regionali è funzionale al progetto di Gerosolimo – spiegano le opposizioni – e per credere nella buona fede del sindaco, ci avrebbe dovuto almeno permettere il confronto in aula”.

Confronto che non c’è stato, con una “comunicazione” imposta, tanto da far accusare al presidente del consiglio Katia Di Marzio, garante dell’Assemblea, un improvviso malore che le ha impedito di presiedere i lavori.

A dispetto delle parole di apertura, insomma, il clima resta incerto e teso, lo si legge subito dai volti tra i banchi, dalla tensione del sindaco, dai borbottii dei consiglieri di maggioranza durante il discorso.

La crisi non è superata, è solo sospesa. In attesa del prossimo consiglio comunale la cui richiesta sarà protocollata dalle opposizioni già lunedì prossimo.

La barca va, galleggia e non si muove.

 

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